Conte ha giocato la Champions con Padoin e Gagliardini (Gazzetta)
Il calcio di Conte, specie all’inizio, è stato azione di guerriglia, all’italiana, figlio di una terra occupata da dominatori. Ha dovuto rifondare club decaduti

Ci Napoli 11/05/2025 - campionato di calcio serie A / Napoli-Genoa / foto Carmelo Imbesi/Image Sport nella foto: Antonio Conte
Conte ha giocato la Champions con Padoin e Gagliardini (Gazzetta)
Conte versus Guardiola. Uno, Pep, una vita da pretesti sto, genio calcistico, ha allenato i migliori calciatori del pianeta. Al suo esordio, condusse l’armata con Iniesta, Xavi, Messi, Piqué, Pujol, Dani Alves. L’altro si è dovuto conquistare tutto da solo, con le unghie e con i denti. Come ricorda anche la Gazzetta dello Sport con Luigi Garlando:
Il calcio di Conte invece, specie all’inizio, è stato azione di guerriglia, all’italiana, figlio di una terra occupata da dominatori. Antonio non ha ereditato armate vincenti, come Pep, ma ha dovuto spesso rifondare club decaduti. Ha vinto campionati al primo colpo prendendo squadre al 7° (Juve) o al 10° (Chelsea, Napoli) posto; tra i denti ha stretto un 3-5-2 da battaglia; al rancio il pane duro di casa nostra, difesa e contropiede. Ha affrontato la Champions con Padoin e Gagliardini. Da ct azzurro è arrivato a un passo dalle semifinali con la mediana Sturaro, Parolo, Giaccherini e due terzini in fascia (Florenzi, De Sciglio). Ha rischiato di essere identificato con un calcio di poca qualità e poco coraggio. Il Napoli, che stasera guarderà negli occhi il City è la sua redenzione tattica, il deposito di tutta l’esperienza professionale, il frutto migliore della sua evoluzione.
Conte a Sky: «Napoli mi sta dando l’opportunità di ampliare le mie conoscenze calcistiche»
Il tecnico del Napoli, Antonio Conte, dopo le dichiarazioni rilasciate poco fa in conferenza stampa, ha parlato anche ai microfoni di Sky Sport per presentare il match di domani contro il Manchester City. A seguire le sue principali dichiarazioni.
«Tornare in Champions è sempre una bella emozione, ti fa tornare in stadi come questo per partite come questa. A livello europeo per me sarà la prima volta contro il Manchester City, l’ho affrontato solo in Premier League. Veniamo a giocare in casa di una squadra che negli ultimi anni ha vinto tutto quello che c’era da vincere. Parliamo di un top club con un top allenatore. Veniamo qui per vedere a che punto siamo nel nostro progetto che attualmente è al secondo anno. Poi ce ne sarà un terzo. Vogliamo fare altri passi in avanti. La montagna da scalare sarà difficile ma vogliamo misurarci e imparare».
«Quello che sto facendo a Napoli mi sta dando l’opportunità di ampliare le mie conoscenze calcistiche, impiegando i giocatori che ritengo migliori per quel tipo di partita. Non sacrifico i più bravi per un modulo e rimanere ancorati ad alcune idee. Questo ho iniziato a farlo a Napoli, prima ero rigido sui miei moduli classici. Con l’arrivo di De Bruyne ho cercato, insieme al mio staff, la formula più giusta per far giocare i più bravi».
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«La rosa ha la possibilità di fare il 4-3-3, ci sono esterni come Lang, Neres, Politano, Elmas. Da parte mia c’è la voglia di fare. Come l’anno scorso quando abbiamo dovuto fare di necessità virtù. Chiedo ai ragazzi di essere coraggiosi, bisogna capire il livello e il gap che c’è tra di noi e una corazzata come il Manchester City».