Gli “alunni del sole” tornano a Manchester, 15 anni dopo
Oggi quelli di Conte, ieri quelli di Mazzarri. Fu la prima del Napoli in Champions. Entusiasmante. Oggi si ritorna con un'altra consapevolezza. Come allora, senza paura e con un pizzico di follia calcistica

Napoli's Uruguayan forward Edinson Cavani (R) celebrates after scoring against Manchester City during the UEFA Champions league group A football match between Manchester City and Napoli at the Etihad stadium in Manchester, north-west England, on September 14, 2011. AFP PHOTO/ANDREW YATES (Photo by ANDREW YATES / AFP)
Gli “alunni del sole” tornano a Manchester, 15 anni dopo
Gli “alunni” tornano a Manchester, 15 anni dopo. Oggi quelli di Conte, ieri quelli di Mazzarri che portò per la prima volta nella Champions League il Napoli di De Laurentiis. Quei “maestri” del 14 settembre 2011 si chiamavano Aguero, Dzeko, Kolarov e Silva e li allenava Mancini. Eppure a salire in cattedra furono Lavezzi e Cavani che diedero spettacolo regalando un 1-1 inimmaginabile all’esordio fino alla qualificazione storica agli ottavi.
Quindici anni dopo quei maestri si chiamano Haaland, Dogu, Reijnders e Donnarumma in porta con Guardiola grande vecchio. Da questa scuola arriva De Bruyne che ritroverà il suo vecchio stadio e la sua ex squadra dove ha vinto tutto. Nemmeno se fosse stata una sceneggiatura sarebbe riuscita a coniare un inizio così per il ritorno del Napoli e di Conte nel calcio che conta.
Chi ha visto City-United ha compreso la forza di questa squadra e perché il coach british-pugliese dice che gli azzurri sono “alunni” in questa competizione. Al netto della gestione cervellotica dei red devils che cedono fior di calciatori come McTominay e Hojlund, il City di Guardiola è una macchina di gioco, di esperienza europea e di forza.
Oggi quel Napoli non è quello di Mazzarri, basta solo confrontare la rosa di allora e quella di oggi dalla panchina. E, soprattutto, questo è un Napoli costruito sulla base di un progetto europeo con obiettivi ben precisi: la forza mostrata a Firenze va in quella direzione a partire dal lavoro tattico che Conte sta proponendo.
Non passa da questa partita la possibile qualificazione del Napoli agli ottavi. Però affrontare a viso aperto questa squadra candidata alla vittoria finale, come fecero Hamsik, Lavezzi e Cavani 15 anni fa, senza paura e con un pizzico di follia calcistica, potrebbe dare ulteriore fiducia e chissà, magari regalare anche un nuovo miracolo contiano.