Pallavolo, le donne guadagnano anche più degli uomini: Egonu arriva a 1 milione, Sylla e Orro 600mila (Repubblica)

Giannelli, capitano della Nazionale maschile, 450mila. Sylla in Turchia con Orro, commenta: «A Istanbul per i soldi? Che male c'è. Io mercenaria? Mi sarei dovuta svegliare prima»

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Italy's #17 Myriam Fatime Sylla reacts after a point in the women's volleyball gold medal match between USA and Italy at the South Paris Arena 1 in Paris during the Paris 2024 Olympic Games on August 11, 2024. (Photo by Natalia KOLESNIKOVA / AFP)

Nella pallavolo le donne guadagnano anche più degli uomini. Egonu arriva a 1 milione, Sylla e Orro 600mila

Gender gap, la differenza di stipendio tra generi. Nella pallavolo la forbice è risicata e in alcuni casi le donne guadagnano più degli uomini. Ne scrive Repubblica.

Paola Egonu, che gioca a Milano, la brasiliana Gabi e la cinese Zhu – protagoniste a Conegliano – incassano stipendi da un milione. Soltanto 500mila euro in meno dell’ingaggio record della Serie A maschile, che Perugia pagava fino all’anno scorso al cubano naturalizzato polacco Wilfredo Leon, passato nel 2024 all’Lkps, la squadra di Lublino.

Pallavolo, Giannelli (capitano dell’Italia maschile) guadagna 450mila euro

La Turchia – dove si gioca il campionato economicamente più ricco – sta svolgendo un ruolo fondamentale nello sviluppo economico della pallavolo delle donne: nella stagione ormai alle porte Myriam Sylla e Alessia Orro, fresche campionesse del mondo, giocheranno a Istanbul, rispettivamente nel Galatasaray e nel Fenerbahçe, con stipendi vicini ai 600mila euro all’anno. Cifre che pochi uomini raggiungono. In Italia lo stipendio medio di un pallavolista, titolare e di ottimo livello, è sui 250mila euro: il capitano della Nazionale, Simone Giannelli, porta a casa 450mila euro con il suo contratto con Perugia. Sylla, come sempre, non ha usato giri di parole per commentare il suo addio alla Serie A1: «La gente dice che ho scelto Istanbul per soldi. Se anche fosse, che male ci sarebbe? Forse mi sarei dovuta svegliare prima e diventare una “mercenaria”, come qualcuno mi chiama ora».

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