Rummenigge: «I calciatori guadagnano troppo, non devono lamentarsi dei carichi di lavoro»
L'amministratore delegato del Bayern Monaco: «io da giocatore sarei stato felice di partecipare al mondiale per club»

Db Arco di Trento (Tn) 20/07/2012 - amichevole / Napoli-Bayern Monaco / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Karl-Heinz Rummenigge
Per Karl-Heinz Rummenigge gli eccessivi carichi di lavoro nel calcio professionistico, alla luce del costante aumento degli stipendi, non sono un problema. L’amministratore delegato del Bayern Monaco ne ha parlato in un’intervista alla rivista Kicker.
«Molti giocatori, insieme ai loro agenti, hanno contribuito a questa situazione e si sono tirati addosso la trappola», «Pretendono stipendi sempre più alti, il che costringe i club a sviluppare fonti di reddito aggiuntive. Ecco perché stanno emergendo nuovi formati». «C’è scarsa disponibilità a rinunciare allo stipendio»
«È una contraddizione che dovrebbe essere chiaramente identificata». In generale, Rummenigge ritiene che l’aumento del carico di lavoro per i giocatori causato da nuovi tornei come la Coppa del Mondo per Club «non debba essere drammatizzato». «Come giocatore, sarei stato felice di partecipare a un torneo del genere». Rispetto all’aumento dei costi di trasferimento, la crescita degli stipendi è «il problema più grande», sottolinea Rummenigge.«Anche al Bayern Monaco, a volte paghiamo stipendi troppo alti per il valore che offriamo».
La controtendenza del Psg
Tuttavia, la tendenza indicata da Rummenigge non è irreversibile. Il Paris Saint-Germain, ad esempio, ha «consapevolmente detto addio alla struttura salariale più costosa d’Europa – Messi, Neymar e Mbappé se ne sono andati – eppure ha vinto per la prima volta il titolo internazionale più importante», afferma Rummenigge. Questo dimostra che si può raggiungere il successo sportivo anche con investimenti intelligenti e sostenibili.In definitiva, tuttavia, l’aumento degli stipendi deve essere contenuto principalmente attraverso «riforme nelle federazioni e nei campionati», afferma. Inoltre, è importante che club e federazioni “mantengano la sovranità. Vedo con scetticismo il crescente potere di consulenti e agenti, così come dei giocatori». Ritiene che consulenti e giocatori debbano sapere «dove risiedono i loro limiti. Questi limiti non devono essere spostati, altrimenti l’intero sistema verrà destabilizzato». E questo è uno sviluppo che guarda con preoccupazione. Rummenigge afferma tuttavia che i club non sono alla mercé dei loro agenti, poiché non sono tenuti a soddisfare ogni richiesta. «Ogni club ha la responsabilità di non permettere agli agenti di diventare troppo potenti. Bisogna solo dimostrare forza».