Sinner: «Panichi e Badio? Non voglio dare i dettagli del perché, c’erano cose che non mi andavano»
A Sky Sport: «A volte non mi sento a mio agio, per un tennista la parte più importante è sempre quella mentale».

Parigi 08/06/2025 - finale Rolland Garros maschile / foto Imago/Image Sport nella foto: Jannik Sinner ONLY ITALY
Martedì Jannik Sinner esordirà a Wimbledon 2025. In un’intervista a Sky Sport, ha raccontato le sensazioni che sta provando negli ultimi giorni dopo le due grandi delusioni del Roland Garros e l’Atp di Halle.
Sinner: «Con Panichi e Badio alcune cose non erano andate bene»
Dopo l’addio di due membri del tuo staff c’è chi ha pensato “non si sente bene, non sta bene”, so che non è così ma… Come stai?
«Sto bene. Molto bene. Ad Halle non mi sono sentito a mio agio con alcune cose, ancora la sconfitta di Parigi… Invece ora sto veramente bene. Sono sano, fisicamente sto bene, mentalmente sto molto bene. Non vedo l’ora di scendere in campo. È un torneo molto importante per me, soprattutto per questa stagione e per tante cose messe insieme. Ci stiamo allenando bene, le giornate di allenamento sono lunghe, c’è doppia sessione in campo per sentirsi sempre meglio. Stiamo provando ad alzare il livello. Ripeto, mi sento bene».
Sembrano cambiate tante cose da un anno fa ma in realtà anche l’anno scorso tu avevi vinto in Australia e Alcaraz a Parigi, ora speri di cambiare le cose qui. Come va il tuo adattamento sull’erba?
«Sì, certo. Io sto molto attento sulle cose che devo fare io. Ad Halle abbiamo visto delle cose che andavano bene e altre che andavano meno bene. Quest’ultime adesso stiamo cercando di metterle di nuovo in riga. Sono arrivato qui e i primi due giorni non mi sono sentito benissimo, invece ora mi sento molto bene. Sull’erba ci vuole sempre un po’ di tempo. Forse è anche positivo aver perso presto ad Halle. Mi sono preso qualche giorno libero e sono arrivato qui con tanta energia e tanta voglia di fare. Credo che il mio team lo stia percependo, ha capito che voglio fare molto bene qui. E vediamo».
Se va tutto bene, come mai metà del tuo team (e quindi della tua famiglia) se ne va?
«Non è successo nulla di grave. Abbiamo fatto un ottimo lavoro negli ultimi otto mesi. Però sono cose che possono succedere. Non voglio dare i dettagli del perché. Ringrazio tutti e due [Panichi e Badio, ndr], hanno fatto un ottimo lavoro in combinazione con il resto del team. Però sai… a volte non mi sento a mio agio, c’erano un po’ di cose che non mi andavano. La parte più importante è sempre quella mentale per un tennista e sono pronto mentalmente a combattere. Qui una parte del team manca ma mi sento bene e vediamo come va.»
La stagione sull’erba è la più breve ma a te piace perché esalta le tue caratteristiche, giusto?
«È una superficie dove all’inizio ho avuto bisogno di tempo per capire cosa funziona e cosa meno. Però sì, mi piace. Posso giocare con le mie carte e con le mie qualità e non vedo l’ora di farle vedere. Il mio primo torneo di rientro dopo Parigi è questo per me, la pensavo così anche prima di andare ad Halle. Spero di essere pronto mentalmente.»
Escluso Alcaraz, quali sono gli avversari più pericolosi?
«Sicuramente Nole Djokovic è molto difficile, anche Draper. Tutti quelli che servono molto bene, come Matteo Berrettini, che può giocare benissimo. Può giocare bene anche un Shapovalov che serve bene, ha giocato una semifinale qui. E quelli che stanno bene. Bublik può giocare bene. Ce ne sono tanti tanti, se facciamo la lista rimaniamo qui fino a domani. Zverev ha giocato molto bene ad Halle. Ci sono tante cose da considerare ma si parla sempre prima di un torneo e poi magari succede il contrario, quindi vediamo».