Martina Colombari: «Billy mi chiama “il generale”. Andiamo a nozze, anche se mi rimprovera di essere logorroica»

A Effe racconta di suo marito Billy Costacurta e del figlio Achille: «Li abbiamo messi al mondo, ma li dobbiamo lasciare andare, altrimenti non affronteranno mai la vita, nel bene e nel male».

martina colombari

Db Milano 08/12/2022 - finale trasmissione Tv 'X-Factor' / foto Daniele Buffa/Image nella foto: Martina Colombari-Achille Costacurta-Alessandro Costacurta

Effe intervista Martina Colombari che esordisce raccontando il suo essere una comune mortale:  «Non c’è una volta che entri in casa e sia soltanto con la mia borsa. O porto la spesa, o il sacco della palestra o un pacco ritirato in portineria, oppure valigie, zaini, trolley. C’è uno specchio in ascensore e faccio sempre la stessa riflessione: sembro un carretto siciliano».

Achille, suo figlio, ha avuto difficoltà nel periodo adolescenziale. Adesso come sta?

«Meglio. Ha avuto, come ha detto lei, difficoltà che abbiamo cercato di risolvere, dando un nome a quello che lui sentiva, attraverso un percorso con dei professionisti. Sia che siano dipendenze da gioco, da stupefacenti, da alcol, da cibo, abbiamo visto quali sono i numeri del disagio dei nostri ragazzi che ancora non vengono accettati e gestiti».

Che mamma è stata in quei momenti?

«Sono rimasta in ascolto, di fianco a mio figlio, ho avuto anche io difficoltà e ho chiesto aiuto come mamma e come donna. Achille mi ha aperto un mondo e mi ha fatto capire che ci sono cose che non dipendono da noi e che dobbiamo accettare di sbagliare».

Con lui rifarebbe tutto?

«Sì, con il buonsenso e con l’educazione che ho avuto e che ho cercato di replicare. Il problema è che il mondo che i ragazzi incontrano oggi non è quello che abbiamo vissuto noi e quindi siamo senza armi. E poi dobbiamo anche prendere le distanze, non possiamo pensare di vivere per i nostri figli. Li abbiamo messi al mondo, ma li dobbiamo lasciare andare, altrimenti non affronteranno mai la vita, nel bene e nel male».

Avete fatto assieme Pechino ExpressA cosa le è servito?

«Mi ha dato coraggio, io sono una che spesso dice «non ce la faccio». Adesso nelle questioni pratiche sono diventata una scheggia. Ho capito che l’essere umano ha una capacità di adattarsi meravigliosa, ci aiuterebbe fidarci più di noi stessi e metterci alla prova, perché è vero che sbagli uno, sbagli due, ma la terza volta poi fai la cosa giusta».

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Suo marito che le dice? 

Mi chiama «il generale». Abbiamo appena traslocato. Nel coordinare tutto ogni volta faceva la battuta: «Aspetta, chiediamolo al generale».

Lei non è solo pratica, sembra anche molto introspettiva. 

«Lui molto di più. Andiamo a nozze, anche se mi rimprovera di essere logorroica. Quando devo raccontare un aneddoto parto da mille dettagli. Ci compensiamo, lui è più stringato, asciutto».

Siete insieme dal 1996. Lo risceglierebbe?

«Ne parlavo l’altro giorno con Achille e gli dicevo: se in questo momento mi dovessi separare dal papà, non so se troverei in giro qualcuno di cui potermi innamorare. Insomma, non c’è nella mia testa la possibilità di cambiare uomo».

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