Spalletti: «Non sono come tanti altri, se arriva Ranieri farò il tifo per Ranieri. O per chiunque sarà»

A Raisport: «I soldi? Con la Nazionale è così, si lasciano e stop. Con i club è diverso e all'Inter non li ho lasciati perché erano successe delle cose»

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Db Berlino (Germania) 29/06/2024 - Euro 2024 / Svizzera-Italia / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Luciano Spalletti

Spalletti: «Non sono come tanti altri, se arriva Ranieri farò il tifo per Ranieri. O per chiunque sarà»

Dopo l’esonero da ct della Nazionale deciso domenica notte dal presidente della Figc Gravina e a poche ore dalla sua ultima panchina azzurra nel match di stasera contro la Moldova, Luciano Spalletti ha parlato in esclusiva a Rai Sport.

Come ha dormito stanotte? «È chiaro che queste situazioni dipendono dal sentimento che metti nelle cose. Per me prendere sonno è difficile in certe occasioni. Tutto mi consuma e niente mi scivola addosso. Le sconfitte più delle vittorie. Ciò che è successo  è una cosa della quale prenderò conto con il passare del tempo».

Sperava in un epilogo diverso? «Se ti riferisci ai 22 mesi, delle riflessioni uno le fa, anche se non puoi tornare indietro. Delle scelte fatte sono risultate sbagliate perché hai scelto gli uomini sbagliati o volevi fare delle cose differenti, ma mi rammarico soprattutto perché non ho avuto a disposizione per infortuni calciatori importanti. Siamo arrivati a giocare questa partita  in condizioni particolari, con la finale di Champions che ha portato via energie nervose ad alcuni dei nostri e con i norvegesi che hanno disputato due gare di rodaggio. E poi è successo quello che è successo…». 

Sulle modalità dell’annuncio dell’esonero deciso dalla Figc: «Io vado in conferenza stampa perché dovevo andare lì nel pre partita. Se voleva venire con me uno della Federazione, poteva venire… Ma è stato fatto tutto in amicizia e trasparenza. Perché avremmo dovuto dire altri due giorni di bugie? Non vedo il perché… Siamo in ottimi rapporti e in buona amicizia. Se mi dici una cosa che non va e prendi una decisione non mi puoi chiedere di stare in una condizione che non voglio, ovvero tenere tutto nascosto».

È una questione di rispetto verso gli italiani non dirlo? Sarebbe stata la forma giusta? «Non lo so. La Federazione si è sempre presa le responsabilità. Io avrei continuato con questi calciatori come ho detto dopo il ko contro la Norvegia. A volte mi arrabbio e faccio il ribelle, ma il mio cammino e la mia storia l’ho fatta su queste cose qui. E sono stato quattro anni in Russia, quattro all’Empoli, sette alla Roma, diversi anni all’Udinese… E sono anche stato richiamato dove sono stato… Non sono uno che fa casino come dice qualcuno, ma difendo la causa, la famiglia. Sempre. Per questo ieri ho detto i nomi di quelli che mi sono stati vicini. Il mio lavoro però lo so fare da solo. Non è un risultato che determina la mia carriera. Se ho fatto casino nella mia carriera, è perché qualcuno al mio posto non l’ha fatto. Stavolta casino non doveva farlo nessuno. Stavolta io ho commesso degli errori, ma non so quali. Io ho creduto in questi giocatori che ho scelto e continuo a farlo».

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È convinto che l’Italia andrà ai Mondiali: «Ne sono super convinto che l’Italia andrà ai Mondiali. Io non ho dato le dimissioni, ma siccome ho rispetto delle persone che mi hanno scelto, io ti firmo la risoluzione».

I soldi non sono un problema? «No, con la Nazionale è così, si lasciano e stop. Con i club è diverso e all’Inter non li ho lasciati perché erano successe delle cose. Con la nazionale no. Ti lascio i soldi e firmo la risoluzione. Ognuno poi alla cosa dà il taglio che vuole, ma la cosa è questa. C’è un grande rapporto con Gravina per come si è comportato con me. Era in dubbio se proseguire con me ed è stato bene che me lo abbia detto. Io l’ho reso pubblico perché non era giusto tenerlo nascosto due giorni. Oggi sarò ancora più perfetto nel preparare la partita e nel parlare alla squadra. E i giocatori faranno il possibile per farmi lasciare con una bella vittoria. Contro di loro non ho mai detto niente». 

Riguardo al suo domani non ha dato certezze: anno sabbatico? Subito in panchina con un club? «Non lo so cosa farò, ci sta tutto. Io ho bisogno di lavorare a modo mio. Una cosa la farò: farò il tifo per la persona che mi succederà. Riprendetevi quello che ho detto di Mancini, della nazionale forte che ho ereditato da lui. Chi verrà dopo di me spero che faccia molto meglio di me e che vada al Mondiale. Se fossi rimasto, è perché credevo di andare al Mondiale. C’è stato un risultato brutto in Norvegia, ma tutto il tempo per rimediare o per farlo nei playoff» 

Ranieri uomo giusto? «Non lo so, ma è un professionista che ha girato il mondo, è equilibrato e con la Roma da subentrato ha saputo toccare i tasti giusti con i giocatori. La Federazione sceglierà la persona giusta. Io non sono fatto come tanti altri, te lo assicuro: io tiferò per lui».

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