Spalletti, molti giocatori non lo seguono più. È poco lucido, le conferenze sono psicodrammi (Corsera)
L'attesissimo ritorno di Fabrizio Roncone: sicuri che sia ancora il ct giusto per la Nazionale azzurra? Ha un'alta considerazione di sé, perdiamo e lui parla di calcio relazionale

Budapest (Ungheria) 09/09/2024 - Nations League / Israele-Italia / foto Image Sport nella foto: Luciano Spalletti
Spalletti, molti giocatori non lo seguono più. È poco lucido, le conferenze sono psicodrammi (Corsera)
Il Corriere della Sera rimedia all’incredibile assenza di Fabrizio Roncone sul giornale di ieri (per cortesia, mai più post-partita senza Roncone) e riporta il giornalista a scrivere di Nazionale e di Spalletti. E si vede. Roncone azzanna la preda, non pratica il giornalismo relazionale, non scrive per non dire. Insomma, tiene a mente che esiste un lettore. Amen.
Ecco un ampio stralcio della sua analisi su Spalletti:
È una domanda brutale, piena di amarezza e rimpianto, ma inevitabile: siamo sicuri che Luciano Spalletti sia ancora il ct giusto per la Nazionale azzurra?
A questo punto, perciò, occorre essere pragmatici, serve onestà intellettuale. E dobbiamo raccontarci la verità su Spalletti. Il quale ha un’alta considerazione di sé, e forse la merita, ricordando che le sue squadre (vengono in mente la Roma e il magnifico Napoli dello scudetto) hanno sempre giocato un calcio spettacolare. Il guaio è che quando arriva in Nazionale e si accorge di avere a disposizione un materiale umano a dir poco modesto — l’unico fuoriclasse era, e resta, Gigi Donnarumma — invece di immaginare una squadra dignitosa, che giochi semplice, decide di intervenire con le sue visioni. Un miscuglio di genio tattico e pignoleria prossima all’ossessione. Così, in Germania, agli ultimi Europei, veniamo sbattuti fuori, mentre lui è ancora lì a parlarci di «calcio relazionale». La Nations League è stato un altro tormento. Di carattere già complesso, non essere capito l’ha irrigidito. Molti giocatori, è chiaro, non lo seguono più. Appare poco lucido (come quando convoca Acerbi). Lo sa, e non si piace. Le conferenze stampa sono psicodrammi. Sospiri, occhiate di fuoco. E chissà che succede nello spogliatoio. Però noi ai Mondiali vogliamo andarci. Mister, secondo lei, che dobbiamo pensare?
Spalletti ha i suoi percorsi mentali, i suoi codici: in Nazionale non hanno attecchito (la Gazzetta picchia)
La Gazzetta ha preso posizione, lo ha fatto con l’editoriale di stamattina: bisogna cambiare, Spalletti non può più essere il commissario tecnico della Nazionale. Difficile non essere d’accordo.
La Gazza nell’edizione on line va giù dura anche oggi sul tecnico di Certaldo. Lo fa con un articolo di Andrea Ramazzotti intitolato “Poco feeling, approcci sbagliati, zero guizzi: quello che Spalletti poteva fare. E non ha fatto”.
Ecco cosa scrive la Gazzetta:
La figuraccia in Norvegia mette Spalletti di fronte alle sue responsabilità e azzera anche gli alibi del ct, alle prese con tanti infortuni, il rifiuto di Acerbi, la stanchezza di fine stagione e più in generale una “generazione” con poco talento: la scintilla che ha trasmesso al Napoli campione d’Italia, il tecnico di Certaldo alla Nazionale non è riuscito a darla e i risultati sono sotto gli occhi di tutti.
Con la squadra non c’è mai stato un feeling a prova di bomba. Soprattutto durante gli Europei, quando Lucio aveva ammesso di aver riempito la testa dei suoi, ma anche dopo le cose non sono andate meglio. Perché il ct ha i suoi percorsi mentali, le sue regole dentro e fuori dal campo e i suoi “codici”: stando insieme tutti i giorni come nelle squadre di club sono più facili da metabolizzare. In Nazionale il modo di fare di Spalletti non ha attecchito. La sua proposta di calcio non è mai stata recepita e i cambi di modulo, la difesa a tre e a quattro alternate, hanno creato instabilità e incertezze nei calciatori che a Coverciano si trovano a lavorare in un modo e la volta successiva in un altro.