Maifredi: «Motta come me? No, avessimo comprato Dunga, come suggerito da Baggio, avremmo vinto lo scudetto»

A Repubblica: «Io fui troppo naïf, troppo intransigente. Ero abituato a comandare, lì a comandare erano dei gruppetti. Motta ha sbagliato a fare copia e incolla del Bologna»

Maifredi

Db Milano 06/11/2010 - campionato di calcio serie A / Inter-Brescia / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Luigi Maifredi

Repubblica intervista Gigi Maifredi, famoso ex di Bologna e Juventus. Oggi alle 20:45 lo scontro diretto fra le due squadre per un posto nella prossima Champions.

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Maifredi: «Motta ha sbagliato a fare copia e incolla del Bologna»

Perché non le è piaciuto il trasporto di Tudor e squadra dopo la vittoria sul Monza?
«Perché non è da Juve festeggiare così partite da vincere a prescindere: la Juve in 10 è meglio del Monza in 11. E non ci si può giustificare con l’immaturità, non dopo 34 giornate e tutti quei giocatori di livello medio-alto».

La storia di Thiago Motta alla Juventus somiglia alla sua?
«No, perché io ero stato chiamato per cambiare il modo di pensare calcio del club ma credevo che la prima sarebbe stata una stagione di transizione, tant’è che non prendemmo neanche il terzo straniero. Avessimo comprato Dunga, come mi aveva suggerito Baggio, avremmo vinto lo scudetto. Il compito di Thiago era migliorare una struttura che già c’era».

Resta il fatto che chi ha provato a cambiare il Dna della Juve si è bruciato, come è successo anche a Sarri: c’è un rifiuto al cambiamento?
«Ai miei tempi c’erano correnti di opposizione. Io fui troppo naïf, troppo intransigente. Mi sarebbe servito avere al fianco qualcuno che mi consigliasse e mi facesse ragionare, invece già a Natale, dopo un 2-2 col Cagliari, dissi a Montezemolo di cercarsi un altro. Alla Juve ho dato al massimo il 10%: mi sono sentito alla destra di Dio, ma poi ho fatto harakiri. L’Avvocato mi invitò a casa sua e mi chiese mille volte: perché?»

Perché, dunque?
«Perché ero abituato a comandare, ad avere in mano la società. Lì a comandare erano dei gruppetti»

Ne è rimasto vittima anche Motta, secondo lei?
«Lui ha sbagliato a fare copia e incolla del Bologna: è l’errore più grande che un allenatore possa commettere. Aveva tre centrocampisti – Freuler, Aebischer e Ferguson – che erano tre allenatori in campo: lui spiegava, loro mettevano in
pratica. Alla Juventus invece non ce n’è nemmeno uno».

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