Il calendario logora solo chi arriva così in alto. Il Napoli dev’esserne orgoglioso

Juventus, Roma e Real Madrid in sette giorni, un ciclo terribile e quasi impossibile da modificare. La prospettiva può spaventare ma è l'ennesima conferma che siamo diventati grandi.

Champions

Tutto in sette giorni

Dal primo marzo al 7 marzo, il Napoli incontrerà Juventus, Roma e Real Madrid. Semifinale d’andata di Coppa Italia, Serie A e ottavi di ritorno di Champions. Uno scherzetto del calendario, una presa di posizione chiara e precisa della ciorta. In questo caso, scendiamo nel particolare: la mala ciorta. Però, uno scherzetto e basta. Non c’è bisogno di sentirsi defraudati o penalizzati, non si può e non si deve andare oltre il semplice rammarico per una oggettiva sfortuna. Che va a braccetto con la crescita della squadra. Perché ci devi sempre arrivare a marzo ed essere agli ottavi di Champions, in semifinale di Coppa Italia e in corsa almeno per il secondo posto in campionato.

Prima che il Napoli si qualificasse in Champions e in Coppa Italia, il calendario era equilibratissimo: la Roma all’Olimpico in mezzo a match casalinghi contro Atalanta e Crotone. Poi, ecco la vittoria del girone di Champions (peraltro la qualificazione era preventivabile visto che il Napoli era seconda fascia) e quella di misura contro la Fiorentina. Che portano al sorteggio di Nyon, all’accoppiamento col Real e al match di ritorno programmato per il 7 marzo, quando invece si poteva giocare il 14 o il 15. Primo colpo della ciorta o del caso.

Il secondo è quello riferito al calendario della Coppa Italia. Calendario che l’anno scorso prevedeva l’andata delle semifinali a fine gennaio e il ritorno a inizio marzo. Quest’anno, il via ritardato – a gennaio – degli ottavi di finale (l’anno scorso si giocarono a dicembre, dopo la fine dei gironi europei) ha generato uno slittamento dei turni successivi. I quarti nelle ultime due settimane di gennaio, le semifinali a inizio marzo e a inizio aprile (andata e ritorno).

Il fatto che la partita sia contro la Juventus aumenta il valore del significato, innalza il livello di difficoltà. L’anno scorso, per dire, si giocò Alessandria-Milan.

Ipotesi (non praticabili)

Il Napoli si è risentito. Giustamente per certi versi, perché il ciclo di partite è terribile. Ma pure non giustamente, secondo noi, perché sono le conseguenze della crescita del club e della squadra. Fa bene il Napoli a cercare un’alternativa. Il Corriere dello Sport lancia l’idea di un paio di spostamenti di partite. Cambi di calendario che potrebbero alleggerire il peso di marzo. Ovviamente, un’eventuale spostamento (al 28 febbraio) della semifinale d’andata della Coppa Italia scontenterebbe la Juventus che è attesa dal Porto in Champions. Idem per l’idea di giocare entrambi i match con i bianconeri direttamente ad aprile (il ritorno è previsto per il 5). Il probabile passaggio del turno dei bianconeri (ci sarebbe anche il Napoli, ma il Real Madrid di mezzo fa essere cauti nelle considerazioni) contro il Porto rende impraticabile questa ipotesi.

Si potrebbe parlare di sfortuna. In realtà non è così. Il Napoli è salito di livello e quindi si gioca tanto in sette giorni. Tre partite, tre competizioni. Come le porte ravvicinate negli slalom. Accade a tutti, quando diventi una squadra che lotta su più fronti. Il Napoli quest’anno ha compiuto un considerevole salto mentale, soprattutto negli ultimi due mesi. Ha dimostrato di saper sfruttare i margini di crescita. È comprensibile che ci si spaventi davanti alla prospettiva di tre partite decisive in sette giorni. Ma è l’essere diventati adulti, bellezza. E noi oggi siamo adulti, forti e consapevoli.

L’unica cosa che si può recriminare riguarda la mancanza di un paletto. Bastava inserire un altro criterio di scrittura del calendario, rendendo impossibili gli scontri tra le prime tre dell’ultimo campionato nei turni di Serie A precedenti alle partite di Champions. Del resto, al sorteggio delle 38 giornate di Serie A, la Roma era virtualmente iscritta alla Champions. Ci si può pensare per il futuro.

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