Albertini: «I calciatori sono aziende ma si ritrovano a 20 anni pieni di soldi e “lupi” attorno»

A Libero: «nessuno insegna loro cosa vuole dire “essere professionista”. Banalmente, molti non sanno gestire la noia»

ulivieri Albertini

Demetrio Albertini intervistato da Libero sulla vicenda scommesse.

Albertini parla dai calciatori, li definisce aziende.

«Vere e proprie aziende. Anzi, sono “aziende nelle aziende” mandate allo sbaraglio. Prova a pensare a cosa facevi tu a 20 anni, probabilmente studiavi, loro si ritrovano con una montagna di soldi, una marea di “lupi” attorno e non sanno nemmeno come si apre un conto in banca. Nessuno fa fare un percorso a questi giocatori per insegnare loro cosa vuole dire “essere professionista”. Una persona comune certi step li può fare a 25 anni, un calciatore non può perché è già a metà della carriera e se non ha seminato bene… rovina tutto».

Albertini: «Banalmente, molti non sanno gestire la noia, è un problema comune che porta a inciampare in errori clamorosi. Non solo le scommesse, pensa anche ai social, ai post… Pubblicare un post in un modo o nell’altro dà un percepito completamente diverso della propria persona. I procuratori, gli agenti, i cosiddetti “entourage dei calciatori” sottovalutano queste cose che invece sono importantissime».

«Ci sono tanti privilegi, ma bisogna saper gestire le proprie vite sportive. Da presidente del settore tecnico ho inserito dei corsi per aiutare i ragazzi, bisogna sempre ricordarsi che le loro carriere, se tutto va bene, durano “solo” 10 o 15 anni, non possono permettersi di sbagliare. Altrimenti rischiano di ritrovarsi coinvolti in scandali più grandi di loro».

SCOMMESSE, CHE SUCCEDE SE I GIOCATORI NON PAGANO? (REPUBBLICA)

In questo filone scommesse c’è un aspetto che non è stato indagato, almeno non mediaticamente, ossia il rapporto tra i calciatori e quest’universo di piattaforme illegali. Repubblica avanza un sospetto attraverso una domanda.

In questo sommerso di scommesse e calciatori, un ruolo centrale è quello degli agenti delle piattaforme illegali. Soggetti che operano come allibratori e che ai grandi scommettitori applicano tariffe vantaggiose tagliando del 30 per cento le loro perdite: giochi 10 euro? Se perdi, è come se ne avessi giocati 7. Tutto si svolge su conti virtuali, spesso ricaricati da remoto e poi saldati in contanti. Ridurre le perdite di chi ha una dipendenza serve solo a incentivarne la voglia di giocare. Ma che succede se poi quelli non saldano? La risposta a molte rivelazioni è anche in questa domanda.
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