Barbano: quella sulla Juve è una sentenza sartoriale, cucita sulla classifica della squadra da punire
Sul CorSport. Poiché risponde solo alla necessità di danneggiare la Juve, la misura della sanzione non è neanche in rapporto con la gravità dell’illecito

Mg Parigi 06/09/2022 - Champions League / Paris Saint Germain-Juventus / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Andrea Agnelli
Sul Corriere dello Sport, Alessandro Barbano scrive della sentenza sulla penalizzazione della Juventus in campionato, attesa oggi. Sembra, scrive, una sentenza sartoriale, cucita su misura sulla classifica della squadra da punire, ovvero quella bianconera. E’ una sentenza che mostra ancora una volta il volto irrazionale della giustizia sportiva.
Barbano scrive:
“per essere afflittiva, come prescrive lo stesso codice, la pena non può essere prevedibile, contraddicendo in tal modo uno dei principi cardine di qualunque credibile sistema sanzionatorio. La prevedibilità imporrebbe che chi commette un illecito sappia preventivamente a che cosa va incontro. Mentre in questo caso la misura della pena non è determinabile a priori, rispondendo alla necessità di cagionare un danno effettivo alla Juventus. Da qui l’esito, a cui sembra doversi giungere, dei dodici punti, necessari a negarle la qualificazione in Champions, quand’anche riuscisse a battere il Milan nel confronto diretto del prossimo turno. Quella che va configurandosi è una sentenza sartoriale, cioè cucita sulla classifica attuale della squadra da punire”.
Da questo scaturisce un altro problema, sottolinea Barbano: visto che la sentenza risponde solo “alla necessità di cagionare un danno alla Juve”, allora “la misura della sanzione non è neanche in rapporto con la gravità dell’illecito”.
Barbano chiarisce il punto:
“Nel senso che lo stesso illecito potrebbe comportare domani per un’altra squadra una sanzione inferiore, o piuttosto maggiore, di quella inferta oggi alla Juve. Il che contraddice anche un principio a cui pure sembra ispirarsi la giustizia sportiva: la cosiddetta retribuzione, per cui la pena deve essere commisurata all’entità della violazione commessa”.
Il problema è, conclude Barbano, che quanto il sistema repressivo è così incoerente,
“si autorizza qualcuno a pensare che valga la pena eluderlo con qualche sotterfugio. L’illecito è anche figlio di una
mancanza di logicità e trasparenza delle regole. E le regole della giustizia sportiva si portano addosso questo difetto d’origine”.