Toni Nadal: «A ping-pong facevo arrivare Rafa a 19 punti e poi lo battevo. Gli ho insegnato la sconfitta»
Lo zio-coach: «Oggi ci preoccupiamo che il bambino non si demoralizzi ma così saranno meno preparati ad affrontare le difficoltà»

Roma 16/05/2019 - Internazionali BNL d'Italia / foto Antonietta Baldassarre/Insidefoto/Image Sport nella foto: Rafael Nadal
“Lo sport è il superamento delle difficoltà che comporta giorno per giorno“. Per Toni Nadal la metafora non può essere che tennistica: “il passaggio della palla oltre la rete, mi piace”. Lo zio-allenatore-mentore di Rafa Nadal ha spiegato, un paio di giorni fa ad un evento organizzato Marca, questa definizione di sport resistente, e la genesi del nipote, il massimo esponente dei campioni che non mollano mai.
“Ho reso le cose difficili a Rafael – ha detto zio Toni – e questo lo ha aiutato a superare le difficoltà che ha incontrato nella vita. Non mi è mai piaciuta la lamentela. Per la gran parte le persone che si lamentano di più sono quelle che fanno di meno per cambiare la loro situazione“.
Ma Toni Nadal avverte che le cose oggi sono cambiate, e che quel metodo di lavoro non è più praticabile: “E’ inapplicabile dalla società stessa. Fare sport ad alto livello non è mai stato salutare. Viviamo nel mondo delle cure, e che si preoccupa che il bambino non si demoralizzi. La sconfitta fa parte del gioco. Con le armi che diamo oggi ai giovani, sono meno resilienti, sono meno preparati ad affrontare le difficoltà che sicuramente avranno in futuro ed è questo che dà valore alla vita”.
Il tecnico ha raccontato un aneddoto esplicativo di quando Rafa era piccolo: “Giocavamo a ping pong a 20 punti, lo facevo arrivare a 19 e poi lo battevo. Era il gioco che facevamo con lui. Nella vita bisogna saper vincere e perdere. Se ti abitui a sopportare te stesso, tendi ad avere più successo”.
Oggi, dice “vedo molto Rafa, ma la verità è che il rapporto è cambiato. Sono un parente, ma non sono coinvolto nelle sue faccende quotidiane. E’ una normale relazione tra zio e nipote. Parlo di lui ma è come se Mourinho venisse a fare un commento sul Real Madrid”.