ilNapolista

Non confondiamo la festa con la sostanza, è un Napoli profondamente diverso dagli anni 80

Mentre il club programmava, la tifoseria contestava. Questo Napoli guarda sempre avanti, è la più grande differenza con la città

Non confondiamo la festa con la sostanza, è un Napoli profondamente diverso dagli anni 80
Mg Verona 15/08/2022 - campionato di calcio serie A / Hellas Verona-Napoli / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Khvicha Kvaratskhelia-Kim Min Jae
Aprile sarà un mese confuso. Sospesi tra la gioia del popolino di fare festa, per giorni, mesi ed anni ed il pensiero più serio, volto al raggiungimento di un traguardo impronosticabile all’inizio del campionato, non per asedicismo galoppante, ma per endemica distanza culturale e competitiva tra il Napoli e l’Europa ai massimi livelli.
Colmare quella distanza, non sappiamo se in pianta stabile, o da parvenue, dà l’esatta dimensione di quello che è il Napoli oggi. In Italia, non raggiungendo sino ad oggi il primo posto finale, è comunque da anni la realtà più credibile: la più solida, quella che più di tutte le connazionali è avanguardia europea.
Proprio in Europa l’affermazione è stata lenta, con tantissimi passaggi a vuoto, con il Granada in Europa League il punto più infimo. Vuoi per inesperienza, vuoi per provincialismo da panchina, il Napoli aveva raggiunto risultati soddisfacenti solo con Benitez ed Ancelotti, ma in Europa League.
Il fermento cittadino per il tricolore, tocca solo la tifoseria, impegnata ad agghindare ed agghindarsi, cercando di trarre il massimo ritorno economico possibile dall’indotto scudetto. Le istituzioni cittadine e la città stessa hanno ampiamente dimostrato di non avere la capacità di gestire ed arginare l’enorme attenzione di queste settimane.
Sarà interessante vedere i napoletani festeggiare. Il sindaco che ha invitato, giustamente ad avere rispetto della cosa pubblica, ci ha fatto tenerezza. I festeggiamenti, ne siamo certi, dureranno come il viaggio di nozze del Conte Mascetti: tre anni e mezzo con un asedici bruno al guinzaglio.
Facezie a parte, il Napoli è la cosa più solida di questa città, proprio perché estranea alla stessa. La conferma di Spalletti da parte del presidente a margine del premio Bearzot è l’ennesima pietra di una programmazione vera. Dybala a Roma ha già il broncio.
Nel metaverso partenopeo quelli che non erano in grado di rimpiazzare i partenti, oggi sono gli idoli a cui far battezzare i nipoti ed a cui chiedere una grazia, magari un terno, perché no! Serenamente inconsapevoli che il Napoli sarà in grado di sopravvivere alle partenze di chiunque.
L’unica volta che il presidente ha provato a fare ostaggi, ci stava rimettendo la categoria.
Adesso, mentre la città non aspetta altro che farsi come la “sfravecatura”, è l’autistico impegno con cui il Napoli di Spalletti affronta tutte le sfide che gli si pongono dinanzi a renderci fiduciosi per gli impegni incombenti dei prossimi due mesi.
Quella tracciata dal tecnico e dai calciatori è l’unica strada per andare avanti. Non si guarda indietro, si guarda solo avanti. La più grande differenza con Napoli, che vorrebbe festeggiare uguale uguale a trentasette anni fa..
ilnapolista © riproduzione riservata