Sandra Milo: «Andreotti era timido e tenero, recitava la parte dell’uomo forte» 

Al Fatto: «Rossellini era geniale, a volte si sentiva superiore agli attori. L’unica regista a volermi era la Wertmüller, un tempo tra le donne c'era competizione».

Sandra Milo

Roma 18/10/2019 - Festa del Cinema di Roma / foto Andrea Staccioli/Insidefoto/Image nella foto: Sandra Milo

Il Fatto Quotidiano intervista Sandra Milo. L’11 marzo torna in tv, su Sky, con “Quelle brave ragazze”, insieme a Mara
Maionchi e Marisa Laurito. E’ prossima ai 90 anni.

«Mi sveglio con il sorriso, poi mi guardo allo specchio e tutta contenta dico: ancora oggi ci sono»

Sandra Milo ha fatto pace anche con le sue rughe.

«Non faccio più neanche le famose punturine sul viso, ho smesso durante il Covid perché i medici non mi ricevevano, allora ho perso l’abitudine e mi sono detta: ma in definitiva qualche ruga non mi sta male».

Antesignana delle punturine.

«Ho iniziato a cinquant’anni, l’età nella quale ti accorgi di non essere più giovane e ti avvii verso la maturità. Un trauma enorme e non solo per le donne, per questo ho voluto ritrovare parte della giovinezza e sentirmi meglio».

La criticarono.

«Non ero la sola, ma la sola ad ammetterlo.

La Milo dice di non avere paura di nulla, ma di non amare il rischio inutile.

«Nella vita mi sono perennemente giudicata timida e invece ho scoperto e capito che in realtà sono una guerriera; comunque non sono spericolata, non amo il rischio inutile. Non conosco la paura. Se c’è un’esperienza da fare, io vado, a ogni costo». 

Racconta di quando Lucherini le incendiò la parrucca sul set di Vanina Vanini. Nemmeno lì ebbe paura.

«No, ho sentito solo molto caldo sulla testa. Uno dei tecnici si tolse il giubbotto e mi saltò addosso. Il problema è che al tempo le parrucche le fissavano con un numero incredibile di mollette e forcine, quindi era impossibile strapparla; (ci ripensa) mi è andata bene».

La Milo parla di Rossellini:

«Uomo geniale. Era grasso e con la panza, ma che fascino, che viso, che stile. In grado di creare sempre qualcosa. È stato lui a inventare lo zoom e a realizzarlo con uno dei suoi macchinisti; ricordo ancora quando con la macchina da presa andava avanti e indietro per testarlo».

Secondo Christian De Sica, Rossellini non amava gli attori.

«Be’, non è proprio così, forse aveva solo piena consapevolezza del proprio talento e intelligenza. A volte si sentiva superiore agli attori».

La Milo su Sordi:

«Di Alberto non me ne sono mai accorta e poi lui non è mai stato nemmeno il mio piccolo amore. Grandissimo attore, ma come uomo non mi interessava».

Una volta fece arrossire Andreotti.

«Eravamo al Premio Strega, gli diedi una rosa e lui avvampò. Era uno timido e tenero. Recitava la parte dell’uomo forte».

L’hanno sottovalutata?

«Quasi sempre e tutto sommato mi piace. Così tengo celata una parte di me davanti a persone che non mi interessano».

Sandra Milo è arrivata in tv in quota Craxi. Le chiedono se poi ha pagato questa vicinanza.

«Gli sono sempre stata vicino, anche nei momenti peggiori: con Bettino eravamo solo io e Giuliano Ferrara. Noi
contro tutti».

Ed è stata messa da parte?

«È normale; non sa quanti amici beneficiati da Bettino, beneficiati in modo pazzesco, che si sono immediatamente scatenati contro di lui; (resta in silenzio) il suo difetto era la timidezza, il troppo pudore».

Come mai ha recitato quasi solo per registi uomini?

«L’unica che mi voleva era la Wertmüller, ma nulla. E poi non mi ha più cercata nessuna. Non lo so, un tempo tra donne si entrava in competizione, con il tempo forse abbiamo scoperto quella solidarietà che è sempre stata una
prerogativa maschile».

Brass ha mai provato a coinvolgerla in un suo film?

«Lo conosco da quando era ragazzo e lavorava a Parigi. Era molto amico di Rossellini e della sua famiglia. Mi voleva, però ho rinunciato: non mi ha mai troppo convinto la sua visione della sensualità. Ma resta un uomo fantastico».

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