La Süddeutsche: «Beckham e gli altri Ambasciatori del Mondiale, chi li paga per mentire? La Fifa o il Qatar?»
Cafú, Eto'o, Matthäus... promuovono l'evento tacendo dei diritti umanitari. E chi li abbia assunti resta un grande mistero

Db Bologna 04/06/2022 - Uefa Nations League / Italia-Germania / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Lothar Matthaus
Il brasiliano Cafú, il camerunese Samuel Eto’o, l’allenatore del Barcellona Xavi Hernández, l’olandese Ronald de Boer, l’australiano Tim Cahill. E poi Lothar Matthäus, e il più ambito di tutti: David Beckham. Sono gli “ambasciatori della Coppa del Mondo” in Qatar. Gli ex campioni da poster che fanno pubblicità ai Mondiali che non si sa chi li paga, ma tutti hanno fortissimi sospetti. Come scrive la Süddeutsche Zeitung, che gli dedica un lungo pezzo, “il Qatar usa ambasciatori, la Fifa aiuta. Chi paga chi? E quanto? Tutto segreto”.
Beckham arriva persino a lodare il Qatar come il luogo della “perfezione” dove un mix di “modernità e tradizione” ha creato grandi cose. Non vede l’ora di “portare lì i miei figli”. Ovviamente le organizzazioni per i diritti umani come Amnesty International gli sono saltate al collo. Come ti è venuta in mente l’idea di servire questa Coppa del Mondo come volto pubblicitario globale, ignorando quasi la realtà? Ebbene, secondo i media inglesi – scrive il giornale tedesco – il tifoso numero uno del Qatar, Beckham, dovrebbe guadagnare fino a 180 milioni di euro per il suo impegno decennale.
L’argomento dei diritti umani è abbastanza delicato per i vecchi campioni che pubblicizzano il Qatar con la loro immagine. E allora la SZ ha provato a chiederne conto a Lothar Matthäus. L’articolo descrive le difficoltà per arrivare a parlarci, con tanti di tempi lunghissimi per “l’approvazione” delle risposte. Non fa una gran figura.
Dice Matthäus che le “cose negative” si trovano sempre prima di ogni Mondiale. Non vuole dire nulla di concreto sulla questioni dei diritti umani. Che si tratti del 2006 in Germania, del 2026 negli Usa o ora in Qatar per Matthäus non ci sono differenze.
“Questa ingenuità, se genuina, è sbalorditiva”, scrive il giornale tedesco. Che gli fa la ferale domanda: la Fifa o il Qatar lo pagano? Abbiamo deciso di tacere su questo”, risponde Matthäus
“Il che porta alla domanda: chi paga effettivamente Matthäus per la sua buona volontà mostrata a livello globale?
Lui minimizza i suoi legami personali con il Qatar. Non è nemmeno legato a Doha, ma alla Fifa, dice. “Sono ricompensato, lo ammetto, ma non quanto immagini”. Non se ne vergogna, dice. Ma gli è stato detto “di tacere”.