Adani: «Aver perso KK, Mertens e Insigne è un duro colpo, ma Spalletti ha di fronte una sfida affascinante»
A Libero: «Ormai si vince con gli allenatori, il tempo delle figurine è finito. Spalletti è l’allenatore giusto per alimentare idee e intuizioni»

Libero intervista Lele Adani. Mette l’accento sull’importanza degli allenatori bacchettando i club che puntano ancora soltanto sui giocatori famosi.
«Il calcio è cambiato. Ora si privilegiano le idee, il lavoro, le intuizioni. Prendete il Milan. Privo del totem Ibra ha vinto lo scudetto con il lavoro e con soluzioni tattiche che sono mancate alle tre squadre più forti: Inter, Juve e Napoli».
Le celluline grigie sono il motore del futuro?
«Stanno segnando il nostro calcio, fuori e dentro il campo. Pioli a parte, Gasperini ha portato l’Atalanta al top, Sarri ha segnato una via nel gioco del Napoli, Andreazzoli ha dato dignità all’Empoli. E la Fiorentina? Senza Vlahovic è andata in Europa grazie ad Italiano».
E’ il mondo delle idee di Platone applicato al calcio?
«È la conferma che il tempo delle figurine è finito. Se ne sono accorti alla Juve».
Il Napoli sarà costretto a seguire questa strada viste le perdite di Koulibaly, Mertens e Insigne?
«Per dieci anni il Napoli è stata la squadra con il calcio più riconoscibile. Aver smarrito quei tre è un duro colpo. Ma Spalletti è l’allenatore giusto per alimentare quelle famose idee di cui parlavo. Ha di fronte una sfida affascinante».