Sueddeutsche: a Wimbledon tutti fanno finta che il Covid non esista, non abbiamo imparato niente

Solo Berrettini, Cilic e Roberto Bautista Agut hanno ammesso il contagio. Anche i media inglesi non ne parlano, nessuno informa sui rischi per la salute

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Londra (Inghilterra) 09/07/2021 - Wimbledon / foto Imago/Image Sport nella foto: Matteo Berrettini

Il Covid? Esiste ancora, ma non a Wimbledon, scrive la Sueddeutsche. Quando si entra all’All England Club le persone si mettono in fila affinché le loro borse e i loro zaini vengano scansionati come in aeroporto e questo è tutto: nessuno deve più mostrare il proprio stato di vaccinazione e nemmeno un test negativo, nessuno misura la temperatura, come si è fatto negli ultimi due anni nei tornei del Grande Slam, nessuno indossa la mascherina. Non solo: all’All England Club non c’è nemmeno un punto medico in cui chi ha il dubbio di aver contratto il virus possa verificare di essersi contagiato. Nella farmacia

Nello stesso All England Club non esiste un punto di contatto per coloro che si sentono a disagio e vogliono verificare di aver preso il Coronavirus. Nella farmacia del Court No. 1 non ci sono nemmeno test rapidi. Se chiedi dove è possibile trovarli ricevi, come risposta, una scrollata di spalle. Si possono ordinare.

Nella home page del torneo, le informazioni sul Covid e su come proteggersi le trovi nascoste sotto la categoria “soggiorno sicuro”. Si applicano, sta scritto, le regole del governo britannico: ovvero che non ci sono più regole, tranne, per chi si senta a disagio, quella di poter rimanere a casa. Il Covid, a Wimbledon, quasi non esiste. Eppure c’è.

“È lì da molto tempo All’All England Club eminenti professionisti del tennis lo hanno preso e anche giornalisti. Non è chiaro quanti in totale finora, perché non ci sono informazioni sui casi positivi. Sono stati solo Matteo Berrettini, Marin Cilic e Roberto Bautista Agut ad annunciare al pubblico di essersi contagiati e a ritirarsi. L’italiano è il finalista dell’anno scorso. Il croato era in finale nel 2017. Lo spagnolo in semifinale nel 2019. I giornalisti che si sono seduti spalla a spalla e naso a naso tra i casi positivi per giorni sono lasciati all’oscuro del possibile rischio per la salute”.

Non ne parlano neppure i media britannici scrive il quotidiano.

“Anche nei media britannici l’argomento è come nascosto. Venerdì c’erano 700 pagine sull’inglese Katie Boulter che ha sconfitto la finalista dell’anno scorso Karolina Pliskova e poi si è messa a piangere sul campo centrale perché sua nonna era morta due giorni prima. Una storia toccante, sì, ma anche la prova che all’inizio dell’estate 2022 le priorità si sono spostate”.

La tennista Andrea Petkovic ha rivelato di aver recentemente contratto il Covid al Roland Garros, il primo torneo dove la mascherina non era più obbligatoria.

«Ho indossato una mascherina per i primi giorni, ma nessuno ce l’aveva, quindi non l’ho più messa. Ora ho sentito dire da mille altri tennisti che l’hanno avuto anche loro. Se potessi dire qualcosa reintrodurrei la mascherina negli spazi chiusi».

La tennista francese Aliz Cornet ha recentemente parlato di un’epidemia di Covid agli Open di Francia e di un “accordo di silenzio” tra i tennisti.

“È bello che il mondo impari a vivere con il virus in modo più rilassato, ma ignorarlo completamente come accade a Wimbledon può essere considerato un modello di comportamento? Questo percorso potrebbe rivelarsi rischioso: da tempo il numero di casi positivi è di nuovo in aumento, in tutto il mondo”.

La Sueddeutsche conclude:

“E’ sempre sorprendente scoprire quanto poco si è imparato dagli ultimi due anni, anche in questo caso”.

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