Napoli, parte il secondo giorno del restauro del murales di Maradona
Alle 8,30 la gru è già su via Toledo. Il gruista si chiama Donato, è nato ai Quartieri e tifa Napoli. Sempre andato allo stadio col padre, anche in serie b e c. Arriviamo al murales alle 9. C’è un ragazzo sul motorino che è incantato davanti al murales. Ha appena smontato dal lavoro in […]
Alle 8,30 la gru è già su via Toledo. Il gruista si chiama Donato, è nato ai Quartieri e tifa Napoli. Sempre andato allo stadio col padre, anche in serie b e c.
Arriviamo al murales alle 9. C’è un ragazzo sul motorino che è incantato davanti al murales. Ha appena smontato dal lavoro in un laboratorio di pasticceria ai gradoni di Chiaia. Dice che il viso è diverso, assomiglia a quello di Dragon ball. Però, aggiunge, è bellissimo uguale, è una cosa importantissima per il quartiere. «Certo che grande cosa fece Mario Filardi».
Alle 9,15 arriva Salvatore con secchio con pennelli e spatole.
Mangia un cornetto e sale imbracato sulla gru. Sono le 9,40 quando mette mano al braccio destro del pibe. Le pitture, come ieri, passano attraverso la finestra abusiva.
Passa la signora Mena e augura buon lavoro a tutti.
Passano due ragazzi in motorino. Uno di loro dice: ma chist nunn’è Maradona! Sembra quello di Holly e Benji. Salvatore gli dice di salire a disegnare lui se vuole. Quello risponde che non sa disegnare.
Alle 10,25 anche il braccio destro di Maradona è tornato a vivere.
Al Venerdì di Repubblica: «Al liceo, nei corridoi, mi chiamavano forgio, epiteto che non mi ha mai turbato. Sapevo di avere una grande forza d'animo e determinazione da vendere. Niente e nessuno poteva fermarmi».
A Effe: «La moglie di Fellini compiva gli anni lo stesso giorno della mia mamma, il 22 febbraio, e tutti gli anni le preparavo una crostata con la marmellata, una delle poche cose che so cucinare».
A Effe: «Da bambina, avevo un fortissimo legame con mia madre, al punto che non l’avrei mai lasciata: temevo le potesse capitare qualcosa se stavo via per troppo tempo»
A U: «Volevo essere un calciatore in effetti. Ammiravo moltissimo Jimmy Briand, un attaccante francese. In Francia c’è una rivista di calcio, Onze Mondial, che ha dei poster fantastici»
Gli stadi semivuoti per i concerti si riempiono con biglietti gratuiti, ad un euro, 10 euro, invitando i dipendenti di banche, assicurazioni. Il leader dei Tiromancino Federico Zampaglione lo ha descritto in un post Fb
A Effe racconta di suo marito Billy Costacurta e del figlio Achille: «Li abbiamo messi al mondo, ma li dobbiamo lasciare andare, altrimenti non affronteranno mai la vita, nel bene e nel male».