Su La Stampa. Batte le mani a tutte le giocate, anche a quelle che un tempo gli avrebbero strappato uno sguardo disgustato. L’unica medicina è incoraggiare

Non mancano le attenuanti alla sconfitta della Juventus contro l’Atalanta, scrive Gigi Garanzini su La Stampa, a partire dagli infortuni a Chiesa e McKennie e passando per la traversa di Dybala sul finire della partita,
“ma non mancano nemmeno le aggravanti, e la principale è che di fronte non c’era la miglior Atalanta”.
Eppure è bastata per sbancare il campo della Juventus.
La Juve, scrive, è “alle prese con una crisi d’identità“. Riesce ad avere sprazzi di furore solo quando c’è da rimediare, ma non riesce più a mettere in chiaro dall’inizio la sua forza.
“Gli avvii sono sempre cauti, prudenti, balbettanti, l’iniziativa è sempre in mano altrui, si tratti di Empoli o Sassuolo e figurarsi di Atalanta”.
Garanzini si sofferma sulle zoomate delle telecamere su Allegri che incoraggia la squadra.
“Con quelle zoomate su Allegri che incoraggia tutti, che batte le mani a giocate di ogni genere, anche a quelle palesemente al ribasso che ai tempi belli gli avrebbero strappato uno sguardo disgustato. Segno, inequivocabile, che la squadra è fragile mentalmente e l’unica medicina del momento è incoraggiarla”.
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