«Mi rifiuto di correre per rispetto della vita umana. La Federazione preferisce il business alla tutela della vita»
La presa di posizione di Michel Fabrizio, che sarebbe dovuto tornare in pista ieri nella Superbike dopo 6 anni di stop. «Ci sono troppi bambini con pochissima esperienza»

Ieri nel paddock della Superbike a Jerez c’è stato il minuto di silenzio per la morte di Dean Berta Viñales. Poi la gara, in accordo con la famiglia del giovane pilota.
Solo tre piloti sono rimasti nel box, Isaac, cugino di Dean, Marc Alcoba e Michel Fabrizio. Quest’ultimo, per tanti anni con la SBK e con la Ducati, aveva deciso di tornare a correre dopo uno stop lungo 6 anni, ma ci ha ripensato. SU Instagram lo sfogo con le spiegazioni del ritiro:
«Mi rifiuto di correre per rispetto della vita umana e mi ritiro. E’ il momento di dire basta. Lo faccio per mandare un messaggio forte di protesta. Affinché le regole cambino per la salvaguardia delle vite. Ho visto questo mondo cambiato».
Fabrizio ha puntato il dito contro la Federazione Motoclistica Internazionale che permette di
«Schierare 42 bambini nella 300 Supersport. Troppi piloti con pochissima esperienza. La Federazione non svolge un ruolo di salvaguardia verso la vita ma predilige il business».
«Marquez è il diventato un punto di riferimento, i giovani vogliono emularlo e rischiano a ogni centimetro».