Fonseca: «Guardiola ha ragione, i giocatori non sono macchine. Ci sono troppe partite»

In conferenza stampa: «Il mio futuro non è importante, la Roma è più importante. Non ho mai pensato di aggiungere allo staff una persona che conoscesse bene il calcio italiano» 

fonseca lille

La Roma ha un cammino virtuoso in Europa League ma non in campionato, come mai?

«Sono due competizioni diverse. Siamo stati quasi tutta la stagione tra i primi 4 in classifica, è importante anche dire che ci sono mancati giocatori importanti, per questo abbiamo lasciato quella posizione. La Serie A è una competizione lunga con tante partite, l’Europa League è diversa. Quando c’è una competizione lunga si può sbagliare di più e se non hai i giocatori importanti è troppo difficile».

Non ha mai pensato di aggiungere allo staff un ottimo conoscitore del calcio italiano?

«Mai pensato».

Come ha lavorato sulla testa dei giocatori in vista di domani?

«I giocatori capiscono che la prossima partita è sempre la più importante. In questo momento è importantissimo vincere contro il Bologna domani, è molto chiaro per tutti noi».

Cosa risponde a Sabatini?

«Lo ringrazio per le belle parole ma non ho visto l’intervista e non voglio commentare ciò che non ho visto».

E’ vero che sul suo futuro la decisione è già stata presa?

«Il mio futuro non è importante, sono focalizzato sul presente. La Roma in questo momento è più importante».

Da inizio 2021 molti infortuni muscolari al flessore, come mai?

«Non è solo un nostro problema ma di tutte le squadre che giocano tante partite. Ho visto tanti infortuni adesso nelle partite della Nazionale, c’è un calendario molto congestionato, con tante partite, in questo momento si vede di più. E’ un problema che dobbiamo parlarne. Guardiola ne parla tanto, i giocatori non sono macchine, a giocare tante partite è normale che succeda».

Cosa manca al calcio italiano per affidarsi ai suoi giovani?

«E’ un problema culturale e di necessità. La Serie A è una delle più importanti e forti d’Europa e del mondo. In Olanda o Portogallo che formano molti giocatori non hanno il potere di acquisto dei principali campionati di Europa, sono obbligati a formare i giocatori. In Italia è un po’ diverso. A Roma abbiamo esempi come Kumbulla, Calafiori, Mancini, abbiamo molti giovani, ma penso che il principale problema sia questo».

Domani affronterete la squadra che fa più tiri in porta, con la Roma. Ci vorrà maggiore attenzione?

«Sarà partita difficile ma siamo focalizzati su tutta la squadra, non solo su un giocatore».

 

 

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