De Magistris: indegno e inquietante il coinvolgimento di Napolitano per far fuori me e Why Not
Al Giornale dopo le dichiarazioni di Palamara: «Ritengo le sue parole una confessione. Prodi e Mastella, indagati, chiesero il mio trasferimento»

Luigi de Magistris ha concesso un’intervista al Giornale. Tema, ovviamente: le dichiarazioni di Palamara nel libro di Sallusti “Il Sistema”. Palamara ricorda che venne scassinata la cassaforte in cui de Magistris conservava alcuni documenti. De Magistris era il titolare dell’inchiesta Why Not che
lanciò accuse gravissime al gotha del centrosinistra e il governo di Romano Prodi, proprio quando stava per entrare in vigore la riforma della giustizia firmata da Roberto Castelli che prevedeva la separazione delle carriere. Un frenetico giro di telefonate tra il capo di gabinetto di Mastella e l’allora segretario dell’Anm Nello Rossi (anche lui nei tabulati di Why Not) – scrive Il Giornale – scongiurò lo sciopero delle toghe in cambio della testa di de Magistris.
Ecco le parole di de Magistris al Giornale
«Sono saltato dalla sedia leggendo (quelle frasi di Palamara, ndr)… Al netto di alcune imprecisioni, la considero una confessione. Non scontata. Confermo tutto, le correnti unite contro di me, riunite dall’allora Guardasigilli Clemente Mastella, il ruolo di Cascini… Un’indagine in cui è indagato il premier e in cui il suo ministro della Giustizia è consapevole che ci sono intercettazioni che lo riguardano che chiede il trasferimento del pm che lo indaga… Un Csm che mi trasferisce pur sapendo dai pm di Salerno la verità, io che me ne vado e i colleghi accusati che restano al loro posto. Una cosa mai vista…».
Il Sistema era contro di lei.
«Il vero elemento inquietante è il coinvolgimento pieno – di cui non ho mai dubitato, e l’ho detto pubblicamente – del Quirinale ai massimi livelli».
Per Palamara decisiva fu la saldatura tra l’ala sinistra della magistratura e il presidente Giorgio Napolitano…
«Un coinvolgimento ancora più indegno perché da presidente era sia garante della Costituzione che presidente del Csm. È stato decisivo e credo che si debba andare fino in fondo, non basta il dibattito».