Quattro senatori: «Dispiace che il calcio non abbia scelto il buon senso»
La lettera di Pittella, Presutto, Quagliariello, Ruotolo: “La sentenza adombra una sceneggiata mentre il Napoli ha obbedito alla legge”

during the Italian Serie A football match SSC Napoli vs Fc Juventus.
Siamo dei rappresentanti del popolo – quelli che fanno le leggi – di tutti gli schieramenti politici presenti in Parlamento ma, al di là e oltre le differenze politiche, siamo accomunati dalla passione per il calcio e dal tifo per il Napoli, la nostra squadra.
La sentenza con la quale è stata decretata la vittoria della Juventus a tavolino per 3 a 0 ed è stato comminato al Napoli un punto di penalizzazione, ci ha lasciato interdetti e ci ha spiegabilmente contrariati. Per non fermarci a questi sentimenti immediati, però, abbiamo letto e analizzato la sentenza e da essa abbiamo appreso che la decisione si fonda sulla convinzione che “il legittimo impedimento” a raggiungere Torino non vi sarebbe stato.
La “prova regina” consisterebbe nel fatto che la Società Sportiva Napoli ha disdetto l’aereo che avrebbe dovuto condurre i giocatori nella capitale piemontese con largo anticipo sulla decisione della ASL 2 d’imporre agli stessi la quarantena e, quindi, metterli nella impossibilità di muoversi dal loro domicilio.
La circostanza – qualora fosse autentica – ha probabilmente scarso peso sotto il profilo giuridico ma grande sotto quello sportivo. Adombra che si sia posta in atto una “sceneggiata” per evitare il confronto e contraddire con una mera furbizia il protocollo della Federazione Italiana Gioco Calcio. Per questo ci siamo documentati. Abbiamo preteso di ricevere dalla Società la documentazione che, a suo dire, smentisce il caposaldo della sentenza e solo dopo aver compulsato le carte ci siamo decisi a mettere nero su bianco alcune considerazioni che vanno oltre la nostra fede sportiva e il nostro tifo e che coinvolgono la fase che il Paese sta vivendo.
Oggi siamo ancor più convinti che la Società Calcio Napoli non ha avuto scelta. Si è trovata di fronte a due disposizioni tra loro contraddittorie: il protocollo della sua Federazione gli disponeva di partire per giocare la partita; l’ordinanza della Asl gli imponeva di restare in sede. Quell’ordinanza, però, poggiava la sua “legittimità obbligante” su un dpcm che, a sua volta, si fondava su un decreto convertito in legge dal Parlamento della Repubblica. E’ di chiarezza lapalissiana che, di fronte a quel provvedimento, il protocollo perde ogni forza giuridica.
Ci saranno, ne siamo convinti, sedi della giustizia sportiva, o di quella ordinaria, dove tutto ciò potrà esser fatto valere. Quel che a noi dispiace però è che, in un momento come questo, il mondo del calcio non abbia inteso ciò che è logico e persino di buon senso. I tempi sono difficili e, purtroppo, ci si appresta a chiedere ai cittadini italiani nuovi sacrifici e nuove “obbedienze”. Il calcio è una grande passione collettiva, è una grande industria del Paese, un enorme fenomeno sociale. La tentazione di chiudersi in un universo a sé stante è comprensibile. Ma è una tentazione sbagliata. Da questa tragedia il Paese o ne esce tutto insieme o non ne esce. Nessuno dovrebbe anche solo immaginare di “feudalizzare” il proprio spazio per provare a farcela. E questo vale ancor di più per quel che concerne lo spazio del diritto. Anche una eccezione può provocare conseguenze a cascata, rendendo tutto più difficile. I ministri dovrebbero essere i primi a capirlo.
Il calcio deve dare l’esempio: è nell’interesse del Paese ma è anche nel suo interesse. Si salverà se sarà parte di uno sforzo più grande che riguarda l’Italia tutta intera. Se darà l’impressione di essere un mondo a parte, alla lunga genererà un sentimento di fastidio che infine lo porterà ad essere inteso come un fatto estraneo anche dai più appassionati. Così come accade, prima o poi, accade per tutti i privilegi non giustificati. Amiamo il calcio che è parte delle passioni collettive del nostro Paese. Non vogliamo che ciò accada. Per questo ci siamo permessi di intervenire.
I senatori: Gianni Pittella, Vincenzo Presutto, Gaetano Quagliariello, Sandro Ruotolo