Ziliani: chi vincerà il Piagnone d’Oro? Sarri, Conte, Gasperini o Inzaghi?

Sul Fatto. L'allenatore della Juve, che piange dai tempi napoletani, ha come specialità quella delle Fette di Prosciutto sugli occhi. Conte frigna anche se gli comprano Messi. Gasperini piange a giorni alterni, come Inzaghi

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Conte e Sarri

Altro che Pallone d’Oro. Sul Fatto Quotidiano, Paolo Ziliani lancia il “Piagnone d’Oro” e candida alla vittoria i tecnici delle quattro squadre prime in classifica: Sarri, Conte, Gasperini e Simone Inzaghi.

L’allenatore della Juventus ha pianto spesso, sin dai tempi del Napoli, quando faceva l’allenatore,

“nel senso che non era un sottoposto di Cristiano Ronaldo”.

all’epoca, se il Napoli perdeva contro la Juve, il City e lo Shakthar, si lamentava per il fatturato. Ma anche per la non contemporaneità poiché speso la Juve giocava prima degli azzurri. E poi per i rigori

“generosamente assegnati ai club con maglie a righe, (leggi Juventus)”.

Oggi che è sulla panchina bianconera, e la sua squadra perde la Supercoppa contro la Lazio e la Coppa Italia contro il Napoli,

la sua nuova litania è quella delle Fette di Prosciutto (sugli occhi): il Napoli, dice, ha vinto perché ha tirato i rigori meglio di noi. Dimenticandosi due pali a portiere battuto, due palle gol fallite e le mostruose parate di Buffon. Negazionista”.

Poi c’è Antonio Conte. Fin dal giorno della presentazione, scrive Ziliani, ha messo in scena

“il suo famoso recital intitolato, alla Lina Wertmüller, “Allenatore bravo ma incompreso chiede buoni giocatori ma il club gli rifila solo pippe”. Se in campo non si discosta mai dal 3-5-2, in sala-stampa non cambia mai disco: se l’Inter ha vinto “stiamo lavorando bene”, se l’Inter ha perso “i giocatori sono quel che sono”, che sarebbe un po’ come dire armiamoci e partite. E che l’Inter si sia dissanguata per dargli Lukaku, Barella, Godin, Sanchez ed Eriksen conta zero: lui frigna comunque, e se domani gli comprano Messi, dopodomani frignerà più di prima. Incontentabile“.

L’allenatore dell’Atalanta, Gasperini

ha rivoluzionato la figura del “piangìna”mettendo a punto la tecnica del “pianto a giorni alterni”: e cioè, pur lagnandosi sempre, non stringendo la mano ai colleghi a fine match (Maran) e dolendosi per esoneri patiti anche a distanza di 10 anni (Inter), se è reduce da una sconfitta contro la Juventus, il club che sogna di allenare, lui sorride”.

Ziliani lo definisce “mefistofelico”.

Infine Inzaghi,

“rivale di Gasp nella specialità “pianto a giorni alterni””.

Il quale vanta prodezze difficilmente eguagliabili, conclude,

“come la recente espulsione per reiterate protese al fischio finale di una partita vinta (Lazio-Fiorentina 2-1). Immaginatevi se avesse perso. Impenitente”.

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