Coronavirus, a Napoli crollano scippi e rapine, non i furti in casa. Droga a domicilio 

Su Repubblica Napoli gli effetti del virus sulla criminalità. Una dose a domicilio costa fino a tre volte tanto: nel prezzo anche il rischio che corre il pusher. Spariti completamente i parcheggiatori abusivi 

il prefetto annuncia persone Champions

Il coronavirus blocca anche gli scippi e le rapine in strada. Lo scrive Repubblica Napoli. Da quanto è stato introdotto il divieto di assembramenti in strada, i reati commessi, secondo i dati delle forze dell’ordine, sono il 50% in meno.

Non sono i contagi a preoccupare i delinquenti, scrive il quotidiano, ma il fatto che le strade siano deserte e che invece ci siano più pattuglie delle forze dell’ordine.

“La possibilità di essere presi si centuplica, in una città dove anche la notte normalmente si riesce a scomparire nel traffico”.

Non solo. Nel silenzio un grido di aiuto si sente più distintamente, le telecamere, nel nulla assoluto, distinguono meglio i motorini dei delinquenti e non c’è neppure la possibilità di rivendere la refurtiva ai ricettatori, visto che hanno chiuso anche loro.

Nella notte tra mercoledì e giovedì, ad esempio, c’è stato solo un furto di un Atm, ovvero un’apparecchiatura Bancomat a forma di totem alle spalle di piazza del Gesù.

Non calano, invece, i furti negli appartamenti.

“Le statistiche parlano di rom in arrivo dai campi di periferia che non temono di prendere una denuncia per inosservanza all’ultimo decreto Conte. Spesso non hanno i documenti. Entrano nei palazzi, soprattutto donne, e aspettano che qualcuno esca senza dare le mandate alla porta. Prendono solo soldi, gioielli e argenteria facili da trasportare e che poi finiscono sepolti nei campi rom in attesa dell’occasione per rivenderli”.

Continua indisturbato anche lo spaccio di droga. L’escamotage è la consegna a domicilio, che prima era un lusso riservato agli abitanti di Chiaia e Posillipo e che invece negli ultimi giorni si sta estendendo a tutta la città.

Naturalmente a prezzo maggiorato, perché nella tariffa solita vengono inclusi la comodità di ricevere le dosi a casa ma anche il rischio che corre il pusher.

“Così una dose da dieci euro può arrivare a costarne trenta, fatti salvi sconti in caso di più dosi allo stesso domicilio. Il corriere, di conseguenza, riceverà uno stipendio maggiore dal suo datore di lavoro, non tanto per la denuncia relativa al decreto quanto per il rischio maggiore di essere arrestato”.

Una categoria che sembra invece essere scomparsa è quella dei parcheggiatori abusivi,

“Troppo facile essere notati mentre si è fermi in un punto della città, ma soprattutto manca la materia prima: automobilisti disperati a caccia di un parcheggio per andare al cinema, a teatro o al ristorante”.

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