Il taccuino di Benitez / Lo stadio mezzo vuoto tifa di più, costruiremo lo Spallaspalla Stadium

Napoli-Sparta Praga 3-1, il taccuino di Rafa Benitez  Henrique a destra e Britos a sinistra. Forze fresche sulle fasce per trovare più echilibrio.  Solo 4 giocatori cambiati. È importante cambiare per dare occasioni a tutti, ma anche tenere in campo quelli che sanno già bene cosa fare. Nei primi minuti ho visto troppa distanza fra […]

Napoli-Sparta Praga 3-1, il taccuino di Rafa Benitez 

Henrique a destra e Britos a sinistra. Forze fresche sulle fasce per trovare più echilibrio. 

Solo 4 giocatori cambiati. È importante cambiare per dare occasioni a tutti, ma anche tenere in campo quelli che sanno già bene cosa fare.

Nei primi minuti ho visto troppa distanza fra i reparti. Ci siamo allungati. Era contento solo Gargano.

Quando ho visto Britos calciare in porta da così lontano, mi sono tornate in mente le opere complete di Babeuf, Blanqui e Tommaso Campanella. Lui è più utopista di loro tre messi insieme.

Avevo detto ieri che con lo Sparta si poteva segnare anche negli ultimi 10 minuti. Evidentemente il mio collega con i suoi si è regolato in un altro modo.

Siamo andati in svantaggio per la terza volta in cinque partite. Solo con il Chievo la abbiamo persa. Ho una squadra che sa anche reagire.

Questa volta 21 tiri in porta, 12 in meno rispetto al Chievo. 

Quando il difensore del Cska si è tuffato e l’ha presa con la mano, ho provato a immaginare cosa passasse per la testa di Higuain. Rigore. Stessa porta. Gol.

Se Atene piange, lo Sparta non ride. 

Sull’1-1 quando non riuscivamo più a passare in vantaggio ho pensato che c’era una maledizione perché stasera comincia X Factor.

Devo ringraziare i tifosi. Lo stadio mezzo vuoto ci è stato più vicino rispetto a quando è pieno. Vuol dire che quando ne costruiremo uno nuovo, lo faremo da trenta, trentacinque posti. Quaranta al massimo. Lo Spallaspalla Stadium.

Il calcio si gioca prima di tutto nella testa. Se la testa è leggera le gambe sono forti. Se la testa è pesante si balla.

Ci sono state incomprensioni. Se Zuniga dice che gli piace ballare, non significa che dobbiamo ballare in difesa.

Nell’azione del terzo gol Mertens si è infilato fra le maglie degli spartani in un mido che per descriverlo ci vorrebbe Tucidide.

Palleggio ritrovato, più sicurezza con il passare dei minuti, a un certo punto pareva che segnare il quarto gol ci facesse schifo.

Bene Michu. Un paio di volte gli è mancato mezzo metro per essere in posizione gol. Ha corsa rotonda. Cresce.

Se Gargano azzecca quella palla all’incrocio dei pali, mi sa che fa pace con la gente fino alla prossima partita di playstation.

Riepilogando, a Udine saranno più freschi i terzini Maggio e Zuniga, Jorginho e De Guzman a centrocampo, Insigne in attacco. 

L’allenatore spartano alla fine c’è rimasto male. Somigliava a san Gennaro. Faccia ingialluta.
Il Ciuccio

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