Ogni partita del Napoli “regala” a Fuorigrotta un milione di euro di indotto
ripubblichiamo con un giorno di ritardo un articolo di Monica Scozzafava tratto dal sito del Corriere del Mezzogiorno NAPOLI — Da un lato il presidente del Napoli Aurelio de Laurentiis che esamina con i propri legali la vicenda giudiziaria, dall’altro il sindaco Luigi de Magistris che sposa la linea della Corte dei Conti sul danno […]
ripubblichiamo con un giorno di ritardo un articolo di Monica Scozzafava tratto dal sito del Corriere del Mezzogiorno
NAPOLI — Da un lato il presidente del Napoli Aurelio de Laurentiis che esamina con i propri legali la vicenda giudiziaria, dall’altro il sindaco Luigi de Magistris che sposa la linea della Corte dei Conti sul danno erariale contestato alla società sportiva, per il quale mercoledì scorso era stato disposto il sequestro di cinque milioni di euro sui conti correnti del club. Dice de Magistriis: «Non dobbiamo mai cedere di fronte a interessi pubblici legati a somme erariali che devono essere fatte nei confronti del Comune di Napoli». Lo stadio San Paolo è un bene pubblico e nella convenzione stipulata dieci anni fa c’è un canone di locazione variabile, individuato sulla base degli incassi delle partite di calcio. Una percentuale che si attesta attorno al quattro per cento. Il credito vantato dal Comune dal 2007 ad oggi è di tre milioni e ottocentomila euro, il Calcio Napoli ha, negli stessi anni, anticipato per conto dell’amministrazione, due milioni euro al netto di Iva (lavori all’impianto necessari ai fini dell’ottentimento della licenza Uefa e installazione dei tornelli agli ingressi, questi ultimi imposti dal ministro Pisanu del governo Berlusconi). Con la lettura semplice del «dare e avere» tra i due enti, è già evidente che il debito è inferiore alla cifra che il Comune invece ha già messo in bilancio come potenziale incasso del fitto dello stadio. Il contenzioso amministrativo che, a questo punto, sarà risolto dalla Corte dei Conti, sconta i danni di parecchie incongruenze presenti nella convenzione datata 2004. Intanto, il canone mensile variabile, è elemento troppo labile rispetto ad altri canoni stabiliti per altri beni pubblici e per i quali pure ci troviamno in costanza di convenzioni datate. Tra i cinque e i seimila euro il canone mensile di locazione del Circolo del Tennis in villa Comunale, settemila la cifra versata invece dal circolo Posillipo per l’utilizzo del molo. Senza voler fare paragoni tra le strutture che hanno estensione e soprattutto funzionalità diverse, probabilmente il Napoli che più volte aveva avanzato proposte sulla possibilità di acquistare lo stadio, puntando sull’alienabilità dei beni pubblici e anche sull’interesse della città che due o tre domeniche al mese si sposta in massa a Fuorigrotta per la partita del Napoli e dà un impulso notevole all’economia, ne avrebbe più diritto. C’è uno studio dell’Università Federico II che a breve sarà anche presentato dal club che descrive l’impatto economico che il Napoli ha sull’intero quartiere di Fuorigrotta nelle giornate di partita. In media ogni tifoso, la media è di quarantamila spettatori, spende quindici euro tra caffè, parcheggio o biglietto del metrò, panino o comunque uno snack. Accade nelle gare cosiddette di cartello, ma anche in quelle in cui (e sono tante) in cui la società applica una tariffa popolare ai biglietti. Prendiamo ad esempio una gara in cui le curve sono vendute dal club a quindici euro e i distinti a trenta. Trentamila i posti a sedere nelle due curve, sedicimila nei distinti. Conti già fatti: il club incassa un milione e trecentomila euro, a fronte dei settecentocinquantamila euro incassati da commercianti, parcheggiatori e negozianti di tutto il quartiere. E’ l’unica squadra di calcio in Italia che ha questi numeri, che produce economia per l’intera zona della città dove afferisce lo stadio. Il Napoli per Napoli, insomma. Il danno erariale contestato dalla Corte dei Conti è sicuramente oggetto dell’indagine e probabilmente porterà all’atto finale della transazione tra Comune e club di cui si discute da due anni. Aurelio de Laurentiis continua a portare avanti il suo progetto, ma la vincenda giudiziaria lo ha parecchio contrariato. Più volte il patron azzurro si era imbattuto nella burocrazia, nella mancanza di autonomia dell’amministrazione nei rapporti con la città. «Non fatemi stancare», aveva sbottato qualche tempo fa – riferendosi proprio alla difficoltà di dare alla città uno stadio che sia all’altezza del Napoli, del suo fatturato e della posizione conquistata nel ranking europeo.
Monica Scozzafava (tratto dal sito del Corriere del Mezzogiorno)











