La mia vera paura è che Benitez possa lasciarci

La semifinale di Coppa Italia non poteva capitare in un momento migliore. Dopo una bruciante sconfitta, il Napoli ha l’occasione di riscattarsi mmediatamente e, soprattutto, l’attenzione per la partita mette fine ad una settimana di polemiche infinite. L’amarezza per la sconfitta di domenica resta tutta. Un Napoli brutto a vedersi e incomprensibilmente privo di mordente, […]

La semifinale di Coppa Italia non poteva capitare in un momento migliore. Dopo una bruciante sconfitta, il Napoli ha l’occasione di riscattarsi mmediatamente e, soprattutto, l’attenzione per la partita mette fine ad una settimana di polemiche infinite.
L’amarezza per la sconfitta di domenica resta tutta. Un Napoli brutto a vedersi e incomprensibilmente privo di mordente, ha lasciato sul campo tre punti ad una Atalanta determinata e carica di entusiasmo. E come spesso capita, i tifosi hanno cominciato a dividersi sull’allenatore e le sue scelte. Tra rafaelisti ed antirafaelisti, tra beniteziani ortodossi e diversamenti beniteziani, è partito il dibattito sulle qualità di uno dei mister più apprezzati in Europa.
Sbollita la rabbia, non resta che tentare di analizzare con calma e lucidità il momento della squadra e le scelte di don Rafael. Partendo da una premessa: quali sono gli obiettivi che a questo punto della stagione può permettersi di inseguire?
Ebbene, archiviata la pratica campionato, al Napoli non resta che garantirsi uno dei due posti utili per la Champions. A mio modesto avviso, l’argomento non è in discussione. Le squadre dietro di noi continuano a rallentare e non sembrano preoccupare circa la possibilità di arrivare almeno terzi. Il Napoli ha perso nelle ultime tre settimane punti asssurdi contro Bologna, Chievo ed Atalanta e nonostante ciò è sempre lì. Come tanti, credo che la sconfitta della Fiorentina maturata sabato scorso sia stata una delle ragioni che ha portato il mister a compiere le scelte di domenica scorsa. Giusto o sbagliato che sia, le risorse che il Napoli ha in rosa vanno gestite al meglio, considerando che ci sono altri due fronti aperti. E qui vengo ad oggi.
Il palmares di Benitez ci testimonia un dato: è uno dei migliori allenatori nella conquista di trofei. Valencia, Liverpool e Chelsea ci raccontano questo. L’allenatore è considerato un mago nella gestione degli incontri andata e ritorno, come anche il minigirone di Champions ci ha dimostrato. In attesa della Europa League, oggi cominciamo con la Coppa Italia, da qualche anno non considerata più come un trofeo minore. Un traguardo raggiungibile ed alla nostra portata da poter aggiungere in bacheca. Questa sera comprenderemo se la squadra ha la giusta concentrazione per affrontare questo impegno. A ciò si legano le parole dell’allenatore di ieri. Il discorso sui 4 potenziali leader vanno in questa direzione. Volendo interpretare le sue parole, penserei a Reina, Albiol, Hamsik e Higuain, uno per reparto, che da veri campioni devono prendere questa squadra e portarla alla vittoria di un trofeo.
Pertanto, cari amici, restiamo fiduciosi e rinviamo il giudizio sull’allenatore almeno a mercoledì prossimo, quando anche il San Paolo che si esalta di notte potrà dare una mano a questi ragazzi a raggiungere questo traguardo. In attesa, sempre e comunque, dell’Europa League, perché la finale a Torino so che è nei pensieri di tutti.
Infine, una chiosa sul mercato. Molte delle critiche sono condivisibili. Anche io mi sarei atteso il vice Higuain mentre la Juve prende Osvaldo come sesto attaccante. Resto col dubbio di Ghoulam, mentre l’Inter prende un giovane napoletano come D’Ambrosio per mezzo Benassi ed un milione di euro. Quanto ci metterà Henrique ad ambientarsi? E’ pronto per giocare subito mezzo campionato da titolare? Quanto di Benitez c’è in queste scelte, non lo sappiamo.
Qualche mese fa, il mister non ha nascosto che sogna di allenare un giorno la Spagna. E chissà non possa accadere dopo i mondiali. Da Barcellona, si rincorrono voci che una rifondazione della squadra dopo la grana Neymar e le recenti sconfitte, possa partire da lui (e Reina sarebbe un primo tassello). Alle lucide parole di ieri, vorrei che il mister facesse chiarezza anche su questi aspetti. Il progetto va costruito sin prisa pero sin pausa, purché a prevalere non sia la pausa. Ne resteremo tutti delusi, perché, nel bene o nel male, il cambiamento di stile di don Rafael lo percepiamo tutti e non possiamo non considerarlo positivo.

N.b: mentre scrivo mi arriva un invito di Ilaria Puglia a diventare fan di Napoletani perbenitez. Da disincantato della politica e del calcio, sono diventato avaro di “mi piace” ma un’apertura di credito agli amici Napolisti voglio farla. Sperando di non pentirmi.
Michele Affinito

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