Tacconi: «Maradona lo hanno lasciato crepare solo come un cane. Se n’è andato senza amore, un po’ ci ha messo del suo»

L'ex portiere della Juve a Repubblica: «È stato un onore subire quel su punizione da lui. Lui mi stimava perché avevo il coraggio di parlar male di lui. “Tu tieni le palle”, mi diceva».

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Tacconi: «Maradona lo hanno lasciato crepare solo come un cane. Se n’è andato senza amore, un po’ ci ha messo del suo»

Stefano Tacconi, ex portiere della Juventus che recentemente è stato male, intervistato da Repubblica a firma Maurizio Crosetti. Parla ovviamente anche di Maradona.

A proposito di argentini: il più grande di tutti, poco più di un mese prima le aveva infilato il più incredibile calcio di punizione che mente umana ricordi: 3 novembre 1985, punizione in seconda di Maradona a decidere Napoli-Juve.
«Fu un onore prendere un gol del genere da Diego: dopo quattro decenni se ne parla ancora, siamo diventati immortali insieme. Quel giorno inventò l’impossibile. Lui mi stimava perché avevo il coraggio di parlar male di lui. “Tu tieni le palle”, mi diceva».

Eravate amici?
«In un certo senso, sì. Durante la finale di Supercoppa del 1990, 5-1 per loro, andai da Diego e gli urlai di tutto. “State stravincendo, adesso basta, guarda che rischi la gamba!”. Mi rispose con un sorriso. Io lo minacciavo e lui rideva».

È morto malissimo, e ormai sono cinque anni.
«Lo hanno lasciato crepare solo come un cane. Se n’è andato senza amore, anche se un po’ ci ha messo del suo. Invece, quando sono stato male io, tutti i miei cari mi sono rimasti vicini». 

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