Conte: «Se il Bologna domani dovesse avere più fame di noi, sarebbe colpa nostra. Italiano ha fatto la gavetta come mei»
Vigilia della finale di Supercoppa: «noi allenatori non possiamo fermarci per nessun motivo. Dobbiamo cercare di rendere migliori le nostre conoscenze»

As Roma 30/11/2025 - campionato di calcio serie A / Roma-Napoli / foto Antonello Sammarco/Image Sport nella foto: Antonio Conte
L’allenatore del Napoli, Antonio Conte, ha parlato in conferenza stampa per presentare la finale di Supercoppa contro il Bologna
La conferenza di Conte
43 giorni dalla sconfitta del Napoli a Bologna. Cosa è cambiato in questi 43 giorni, si aspetta di chiudere un cerchio?
«La partita di Bologna non è stata positiva per noi, abbiamo perso 2-0, il primo tempo è stato equilibrato, nel secondo hanno messo qualcosa in più rispetto a noi. Poi, abbiamo cambiato, poi anche alcuni infortuni ci hanno costretto a rivedere l’assetto tattico, trovare nuove soluzioni. Sia nella vittoria sia nella sconfitta bisogna sempre ripartire. Quando c’è la vittoria, c’è fiducia, sennò devi essere bravo ad analizzare cosa ha portato a quel risultato negativo. Lo abbiamo fatto in maniera seria, onesta, siamo ripartiti, poi siamo caduti un paio di volte. Quando giochi ogni tre giorni, non è semplice. I ragazzi sono sollecitati un maniera importante».
Le energie sono state recuperate, farà cambi pensando anche ai rigori?
«La vittoria, le cose positive di una vittoria sono quelle di portarti energia, fiducia, entusiasmo di affrontare una partita che può portare un trofeo. È una spinta molto importante per chi giocha questa finale. Dal punto di vista dell’energia, abbiamo recuperato, stiamo preparando tutti insieme questa partita. Ci si gioca un trofeo. È bello arrivare in finale però poi ci si ricorda solo di chi ha vinto».
L’orgoglio di Italiano, c’è il rischio che il Bologna abbia più fame di voi domani?
«Dovesse accadere questo, sarebbe una colpa nostra, un limite nostro. È fuor di dubbio. Il Bologna domani può alzare la coppa ma deve dimostrare di giocare meglio di noi in campo ma non al livello di fame e di cattiveria perché quella dovremo almeno pareggiarla, come minimo».
Siete usciti da una difficoltà che sembrava brutta, che cosa vi dà come gruppo in più rispetto a prima che eravate “solo” quelli che avete vinto. Solo per modo di dire, ovviamente, non è poco.
«Noi non dobbiamo dimenticare da dove arriviamo. L’anno scorso abbiamo fatto qualcosa di straordinario, abbiamo vinto lo scudetto dopo decimo posto. Sono stato chiaro con voi (voi giornalisti) a inizio anno, anche se sembra che non mi capiate. Avevo detto che sarebbe stata una stagione complicata. Ci sono stati nove nuovi acquisti, alcuni non conoscevano il campionato italiano. Non è che ti ambienti in quattro e quattr’otto con nove nuovi acquisti. È una stagione complessa ma alla fine in campionato siamo dove dovremmo essere. In finale qui abbiamo la possibilità di portare un trofeo in bacheca, così come abbiamo la possibilità di andare avanti nelle altre competizioni. Avevo detto che sarebbe stata una stagione complessa, tanti dimenticano infortuni seri di giocatori importanti, tante volte non si vuole vedere questo. O è rosso o è blu, cambiamo colori così è meglio».
«È inevitabile che si vada a vedere la partita che si è giocata. Le cose positive e le cose da migliorare. L’abbiamo fatto noi, lo farà il Bologna. Fa parte della strategia, ricercare di essere migliori rispetto alla partita precedente. Loro vedranno di migliorare gli aspetti negativi dell’ultima partita, anche se sono stati di più i nostri. Studiamo il Bologna così come abbiamo studiato il Milan. È giusto che i calciatori abbiano tantissime informazioni. È giusto dare suggerimenti importanti in fase sia offensiva che difensiva».
«Di Italiano posso dire solo bene, ha sempre voglia di imparare, ha avuto un percorso, ha fatto gavetta come me. Ha sempre fatto bene ovunque sia andato. Ha sempre la determinazione di migliorare, noi allenatori non possiamo fermarci per nessun motivo. Dobbiamo cercare di rendere migliori le nostre conoscenze. Ha fame, voglia di arrivare, ha passione. Ha fatto ottimo lavoro non solo a Bologna, anche a Firenze e in precedenza dov’era stato.










