Supercoppa, Conte dia a Vergara la chance di dimostrare che non è il nuovo Russotto (e non spremiamo McTominay)

Dopo Udine, in città impazza il pessimismo cosmico. Oltre che un trasporto collettivo (non lo chiamiamo delirio) per il finto giovane Vergara che ha 23 anni. Che giochi nell'inutile match col Milan

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Mg Dimaro 22/07/2025 - amichevole / Napoli-Arezzo / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Antonio Vergara

Supercoppa, Conte dia a Vergara la chance di dimostrare che non è il nuovo Russotto (e non spremiamo McTominay)

Quanta fatica si fa ad accettare una sconfitta, ad accettare che non si possa vincere sempre, che i percorsi sono moderatamente e fisiologicamente accidentati. Ogni sconfitta porta con sé un carico di pessimismo cosmico da fine del mondo. Il campionato 25-26 sarà diverso dagli altri, non a caso sia Inter sia Napoli hanno già subito quattro sconfitte eppure sono lassù: Inter prima e Napoli terzo. Il Milan, secondo, invece ha perso una sola volta. Ma non gioca le coppe, attenzione. Il Napoli non è che per contratto debba vincere lo scudetto ogni anno. Potrebbe vincerlo, è ampiamente in corsa. Ma certo non è la squadra strafavorita che avrebbe dovuto stracciare la competizione.

Perdere a Udine contro una squadra modesta non è il massimo della vita ma in un simile contesto ci può stare. È incomprensibile il clima cupo che sta avvolgendo la squadra. Bisognerebbe tenere corsi di educazione alla sconfitta che poi sarebbero corsi di educazione allo sport. A furia di lavaggi del cervello, in tanti si sono convinti che le partite si vincano e si perdano con le lavagnette e con le tattiche. Poi ascolti tutti i professionisti – calciatori, sciatori, tennisti, allenatori – e sempre più spesso parlando di concentrazione, attenzione, capacità di soffrire, resilienza. Chissà come mai.

Il Napoli a questo punto della stagione sta più o meno dove sarebbe dovuto essere. Ha qualche punto in meno in Champions, questo sì. Ma in campionato è nel gruppone. Ha battuto l’Inter, la Juventus, l’Atalanta, la Roma. Sta fronteggiando tanti infortuni e anche questo è diventato un capitolo da maneggiare con cura. Le accuse, sempre meno velate, sono indirizzate a Conte e ai suoi metodi di allenamento. A noi sembra molto strano che un professionista dell’eccellenza non conosca i metodi di allenamento. Più che strano, ci sembra lunare. Ci limitiamo a dissentire e amen.

Poi ci sono il capitolo Supercoppa e il capitolo Vergara. Che ci ricorda sempre più Russotto calciatore che improvvisamente – nel Napoli di Reja – sembrava essere diventato il precursore di Vinicius. La folla lo acclamava, Lavezzi gli tolse anche un gol con un tocco galeotto in fuorigioco (ci pare contro il Cagliari) e poi il buon Russotto si sciolse come neve al sole. Ricordiamo anche Daniele Verde che per un paio di buone prestazioni nella Roma fu eletto a simbolo dell’inefficienza di De Laurentiis a coltivare i talenti di casa nostra: la famosa scugnizzeria. Speriamo che per Vergara il destino sia diverso da quello di Russotto (almeno Verde un centinaio di presenze in Serie A le ha fatte tra Verona, Frosinone, Spezia). Crediamo che Conte voglia sempre schierare la formazione con la percentuale maggiore di probabilità di successo. Senza ricorrere a fantasiose teorie sulla sua avversione per i giovani (anche perché Vergara giovane non è, ha ormai 23 anni).

Noi Vergara lo faremmo giocare questa sera. Ma De Laurentiis ci tiene alla Supercoppa. E quindi pare che non si possa. Sarebbe come dire: non ci teniamo. E allora, ci chiediamo: ma dobbiamo fidarci o no dei presunti giovani? La Supercoppa è un trofeo di cartapesta. Se il Napoli dovesse vincerla, sarebbe ben accetta ovviamente. Ma se McTominay non rifiata adesso, quando? Giocherà Scott, così pare. Così come le giocherà tutte fino a fine gennaio. Poi non lamentiamoci se dovessimo perdere contro un’altra Udinese. Non a caso, invece, Allegri Modric lo farà riposare: mica scemo il livornese. Conte dia spazio a Vergara che così avrà l’opportunità di dimostrare che non è il nuovo Russotto e magari condurrà il Napoli ad alzare il trofeo e contribuirà al rafforzamento dell’immagine nel mondo arabo. Se non giochi al Superenalotto, non vinci.

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