L’ultima sfida del Calcio Napoli: evolversi dal modello imprenditore-innovatore al modello impresa-istituzione
Il futuro del Calcio Napoli non dipenderà solo dalla capacità di vincere, ma dalla capacità di governare la complessità della crescita con metodo, trasparenza e coraggio.

Ni Napoli 24/11/2024 - campionato di calcio serie A / Napoli-Roma / foto Nicola Ianuale/Image Sport nella foto: Aurelio De Laurentiis
L’ultima sfida del Calcio Napoli: evolversi dal modello imprenditore-innovatore al modello impresa-istituzione
SSC Napoli: Governare la Trasformazione – Dal Rischio alla Resilienza Strategica
Visione, crescita e progettualità, restano parole da aule di master di strategia aziendale senza un piano di governance. Per Ssc Napoli, che ha dichiarato una volontà evolutiva verso la dimensione di Global Entertainment Company, non si tratta più di immaginare il suo futuro, ma di governarne la complessità.
Questa trasformazione porta con sé un insieme di rischi, interdipendenze e tensioni organizzative. Il successo non dipenderà solo dalla qualità della visione, ma dalla capacità del visionario di trasformare il rischio in resilienza e la governance in valore competitivo.
Nel modello operativo tradizionale del calcio, la governance si limita a garantire equilibrio economico e conformità normativa. Nel modello progettuale del Napoli, la governance deve diventare una piattaforma di orchestrazione strategica:
Gestire la complessità di un business multi-industry (sport, media, intrattenimento, tecnologia).
Garantire coerenza tra risultati sportivi, brand, finanza, innovazione e impatto sociale
Allineare la passione locale a una visione globale.
Ciò richiede una struttura decisionale non solo agile, ma più robusta, capace di integrare la visione imprenditoriale e con rigore istituzionale.
Governare la trasformazione significa riconoscere i rischi, misurarli e gestirli come componenti fisiologiche della crescita.
Per il Napoli, i rischi principali — dalla centralizzazione della governance, alla carenza di capitale, alla digital execution — devono essere trattati non solo come ostacoli, ma come catalizzatori di professionalizzazione.
Le leve della resilienza sono:
Governance preventiva: identificare i rischi strategici prima che diventino operativi.
Decisione distribuita: allargare la responsabilità attraverso comitati specialistici e advisory boards.
Scenario planning: simulare l’impatto di crisi sportive, finanziarie o reputazionali.
Cultura della trasparenza: creare fiducia interna ed esterna come asset reputazionale.
In un contesto sportivo ipercompetitivo, la resilienza è il nuovo vantaggio competitivo.
Aurelio De Laurentiis è la visione, il controllo e la leadership della rinascita del club. Ma la fase attuale impone una ulteriore evoluzione: dal modello imprenditore-innovatore al modello impresa-istituzione. Questo passaggio non significa perdere identità, ma ampliare la capacità di governo.
Passaggi chiave sono:
La costituzione di un Board of Directors ibrido, con membri indipendenti esperti di finanza, rischio d’impresa, digital media, ESG e marketing globale.
L’introduzione di un Chief Governance & Risk Officer, figura ponte tra strategia e applicazione.
Un reporting integrato che unisca risultati sportivi, economici e d’impatto.
La pianificazione di successione manageriale per garantire continuità e fiducia dei partner.
L’obiettivo deve essere un modello di governance che supporti la crescita senza centralizzare il potere, ma in grado di garantire responsabilità diffusa e coerenza decisionale.
Nel calcio-industria, il rischio non si elimina: si razionalizza. Significa interpretarlo, monitorarlo e usarlo per anticipare il futuro. Il Napoli, per consolidare la propria traiettoria di crescita, dovrà sviluppare una risk culture allineata agli standard delle imprese globali o club di maggiore successo, oppure diventare esso stesso un innovatore del sistema.
Elementi fondamentali per la gestione del rischio includono:
Risk Heat Map aggiornata periodicamente e approvata dal Board
Key Risk Indicators (KRIs) integrati nei sistemi di performance management.
Comitato di Risk & Compliance che dialoghi costantemente con il top management.
Simulazioni periodiche di crisi (reputazionale, sportiva, digitale) per testare la risposta organizzativa.
Governare il rischio non è difendersi, ma prepararsi a reagire meglio degli altri.
La trasformazione in “global entertainment company” richiede una leadership diversa — meno direttiva, più connettiva. Il club deve evolvere verso un modello di leadership “a rete”, dove competenze eterogenee (sport, media, finanza, digitale) convivono multirappresentate, in modo coordinato ed istituzionalizzato.
Le caratteristiche di una leadership istituzionalizzata includono:
Visione sistemica e apertura internazionale.
Mentalità data-driven, con sensibilità umanistica e culturale.
Capacità di orchestrare team multidisciplinari e generare consenso.
Etica e responsabilità come fondamento dell’autorità.
In sintesi, un modello di leadership che traduca la passione napoletana in managerialità globale.
Il futuro del Napoli non dipenderà solo dalla capacità di vincere, ma dalla capacità di governare la complessità della crescita con metodo, trasparenza e coraggio. La trasformazione in Global Entertainment Company è già in corso, ma il salto definitivo avverrà solo quando la governance sarà in grado di integrare rischio, innovazione e identità in un unico linguaggio decisionale.
Il calcio moderno non appartiene solo a chi segna di più, ma anche a chi governa meglio il proprio futuro con potere competitivo non solo nazionale, ma internazionale. Le due cose non si autoescludono. Una moderna società di calcio non produce solo sport e dunque necessita di una governance matura, una cultura del rischio consapevole e una leadership strutturata capace di unire impresa e sport.
Forse questa può sembrare solo un’analisi accademica, resa difficile da realizzare negli attuali contesti operativi nazionali e locali. Ma questa è l’evoluzione operativa dei club che il Napoli andrà ad affrontare in Europa e nel mondo. L’impresa sportiva, intesa come successo sportivo resterà solo un’impresa temporanea in assenza di una struttura aziendale moderna ed allineata agli obiettivi reali della mission statement.
Al contempo, se la squadra è parte di una entertainment company globale, le sue performance saranno valutate nel futuro non solo dal successo sportivo, ma dalla qualità della prestazioni e dall’impatto sul brand. Se ciò è vero, le scelte gestionali (e anche sportive) e la loro efficacia, saranno sempre più valutate in un’ottica di impresa e non solo di risultato di campo.
È un progetto ambizioso, che può non piacere ai puristi del calcio in bianco e nero, ma è l’ attuale scenario competitivo internazionale.
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