Ronaldo: «Essere il primo calciatore miliardario era il mio obiettivo, ho comprato un aereo perché non sono normale»
L'intervista a Piers Morgan: «Lo United non ha una struttura, Amorim non può fare miracoli. Il ritiro arriverà presto, forse piangerò. La morte di Diogo Jota? Non ci credevo quando me l'hanno detto».

Monaco di Baviera (Germania) 08/06/2025 - Nations League / Portogallo-Spagna / foto Imago/Image Sport nella foto: Cristiano Ronaldo ONLY ITALY
Cristiano Ronaldo ha rilasciato delle dichiarazioni a Piers Morgan, probabilmente l’intervistatore più famoso del mondo. L’attaccante portoghese dell’Al Nassr l’ha definita l’intervista più personale fatta nella sua carriera.
L’intervista a Ronaldo
Sul Manchester United in declino:
«Il Manchester United, in questo momento, non ha una struttura. Spero che cambi questa cosa in futuro, perché il potenziale del club è incredibile, è uno dei club più importanti del secolo. Non sono su una buona strada. Devono cambiare e non riguarda solo l’allenatore e i giocatori. Amorim sta facendo del suo meglio. I miracoli sono impossibili».
Il primo calciatore miliardario:
«Era il mio obiettivo. Non sono ossessionato dai soldi, ma quando raggiungi un certo livello, i soldi non contano più, ma è sempre bello averne di più. Ho perso il conto di quante macchine ho. Il mio acquisto più costoso? Un aereo; non sono una persona normale».
Il ritiro, per Ronaldo, arriverà presto:
«Ma sarò pronto. Sarà dura e difficile, ovviamente. Probabilmente piangerò, sì. Niente è paragonabile all’adrenalina che abbiamo prima di segnare un gol. Ma tutto ha un inizio e una fine, quindi sarò preparato. Avrò più tempo per me, la mia famiglia, per crescere i miei figli. Voglio seguire Cristiano Junior perché è nell’età in cui può fare cose stupide».
Il matrimonio con Georgina:
«Penso che sia arrivato il momento, non solo perché è la madre dei miei figli, ma perché è l’amore della mia vita. La perdita del figlio nato morto nel 2022 (gemello della figlia Bella), ci ha unito. Probabilmente in quel periodo abbiamo consolidato di più il nostro rapporto; è stato un momento difficile, ma ho imparato tante cose. Ho visto la vita in un’altra prospettiva; mia figlia, che ora ha tre anni, rende felice la casa. Tutto accade per una ragione. Siamo una famiglia benedetta. Ne sono orgoglioso».
La morte di Diogo Jota:
«Non ci credevo quando mi hanno mandato i messaggi dicendomi che era morto. Ho pianto molto. È stato un momento molto, molto difficile per il Portogallo, per le famiglie, per gli amici, per i compagni di squadra. Un disastro. Una notizia molto, molto triste».
La “rivalità” con Leo Messi:
«Non sono d’accordo che Messi sia migliore di me. Non voglio essere umile. Vincere i Mondiali non è un sogno, anche perché non mi definisce come calciatore. Non basta vincere una competizione con 6 o 7 partite per diventare uno dei migliori della storia. I numeri non mentono, conosco il mio valore e sono in cima alla lista dei record nel calcio».











