Marinozzi: «Il Napoli ha difficoltà nel giocare negli spazi chiusi, un problema che ora si sta amplificando»

Su Youtube: «L’acquisto di De Bruyne serviva non solo a migliorare la costruzione dal basso, ma anche a trovare l’ultima giocata, la verticalizzazione decisiva»

Conferenza Torino-Napoli Conte, marinozzi

Napoli's Italian coach Antonio Conte looks on before the Italian Serie A football match between Sassuolo and Napoli at the Mapei - Città del Tricolore stadium in Reggio Emilia, on August 23, 2025. (Photo by Stefano RELLANDINI / AFP)

Su YouTube, il giornalista Andrea Marinozzi ha passato ai raggi X il pareggio tra Napoli ed Eintracht Francoforte, evidenziando luci e ombre della squadra di Conte.

Le parole di Marinozzi

Inizia la gara e ho subito una sensazione di supremazia del Napoli, perché la pressione della squadra di Toppmöller non mi piaceva affatto. Guardiamo insieme l’immagine: blocco squadra dell’Eintracht con cinque difensori e tre centrocampisti, perché Götze — la novità forse rispetto alla grafica delle formazioni — senza palla si affiancava agli altri due di centrocampo.»

«Due giocatori offensivi si dividevano la pressione nella prima impostazione del Napoli, ma non c’era una grossa intensità, a meno che non decidessero di andare uomo su uomo. Tuttavia, la pressione non era ben coordinata: Götze andava su Lobotka, ma non c’era un difensore che accompagnava, quindi il pressing veniva fatto con un uomo in meno.»

«Larsson si trovava spesso a difendere troppo spazio, con diversi giocatori del Napoli che si muovevano ai suoi lati — McTominay a destra e Anguissa a sinistra. In una di queste situazioni, Buongiorno trova l’imbucata per McTominay e il Napoli crea la prima occasione da gol con Højlund e Anguissa, che però si ostacolano un po’ in area di rigore.»

Pressione confusa e linee troppo basse dell’Eintracht

«È vero che l’Eintracht tocca palla nei primi quattro minuti, ma le prime conclusioni vengono parate o deviate. Il Napoli, invece, gestisce bene il possesso contro la pressione tedesca, almeno nei primi minuti, riuscendo a portare il pallone fino all’ultimo terzo di campo.»

«A un certo punto, però, l’Eintracht comincia a pressare in modo più sconsiderato. In alcune situazioni del primo tempo, come questa, Larsson lascia la sua zona per andare su Lobotka, dividendo male gli spazi. Da Lobotka si passa poi a Milinković-Savić, ma ancora una volta non c’è copertura dietro.»

«I tre difensori centrali rimanevano piantati nella linea, mentre gli esterni salivano timidamente: Kristensen a destra provava a uscire, ma i centrali non lo seguivano. Così si creavano grandi spazi che il Napoli poteva attaccare. Anguissa, ad esempio, prende palla e serve Elmas, che al 12° minuto dribbla e calcia in porta, trovando la parata.»

Un blocco difensivo solido, ma Napoli poco incisivo

«Se il vantaggio non è arrivato, ci sono due motivi principali. Il primo è che, pur con una pressione disordinata, l’Eintracht manteneva sempre copertura con cinque difensori e tre centrocampisti pronti a chiudere. In occasioni come quella di Elmas, il Napoli trovava subito la linea tedesca schierata e doveva ricorrere a giocate individuali per liberarsi al tiro.»

«Il secondo è legato alle difficoltà del Napoli nel giocare negli spazi chiusi, un problema già emerso la scorsa stagione ma che ora si sta amplificando.»

L’attacco del Napoli soffre contro le difese compatte

«Spesso il Napoli occupa con coraggio gli spazi offensivi: Politano largo a destra, Elmas a sinistra, Di Lorenzo che attacca da dietro, Anguissa e McTominay centrali e Højlund punta. Ma, rispetto allo scorso anno, manca una figura capace di tenere palla spalle alla porta.»

«Con Lukaku, ad esempio, c’era un punto di riferimento: palla larga, palla dentro, protezione, sponda, apertura. Lukaku permetteva ai compagni di inserirsi e creava spazio alle sue spalle per McTominay o altri centrocampisti. Ora questo manca.»

«Højlund ha altre caratteristiche: è devastante negli spazi aperti, ma soffre quando deve giocare spalle alla porta contro difese chiuse. È giovane e ha margini di crescita, ma il Napoli deve imparare a sfruttarlo meglio in base al contesto tattico.»

Manca la fantasia di De Bruyne

«Oltre a Lukaku, al Napoli manca anche De Bruyne. L’acquisto del belga serviva non solo a migliorare la costruzione dal basso, ma anche a trovare l’ultima giocata, la verticalizzazione decisiva. Anguissa, McTominay e Di Lorenzo, nella zona di rifinitura, non hanno la stessa incisività, se non con combinazioni veloci o cross dalla fascia.»

«Il Napoli, infatti, si affida spesso alla giocata esterna e al cross, ma contro difese schierate questo diventa prevedibile. Il livello si è alzato — in campionato con lo scudetto sul petto e in Champions League contro avversari di rango — e per restare competitivo, il Napoli deve ritrovare imprevedibilità e qualità nell’ultimo passaggio.»

 

Correlate