L’Inghilterra si scopre senza attaccanti. Shearer: «Nessuno vuole fare più il centravanti, non tocchi mai palla»
In un campionato dai tocchi corti nessuno vuole giocare attaccante anche perché in area arrivano pochi palloni e la Nazionale ne risente (Bbc)

Al Khor (Qatar) 10/12/2022 - Mondiali di calcio Qatar 2022 / Inghilterra-Francia / foto Imago/Image Sport nella foto: Harry Kane ONLY ITALY
L’Inghilterra si scopre senza attaccanti. Shearer: «Nessuno vuole fare più il centravanti, non tocchi mai palla»
Chris Bevan (giornalista sportivo Bbc) e Chris Collinson (statistico sportivo Bbcv) hanno analizzato un problema che ormai non può più essere ignorato: l’Inghilterra sta finendo gli attaccanti puri. La convocazione di Thomas Tuchel apre un varco dentro un vuoto tecnico e psicologico: il centravanti inglese, quello vero, è diventato un animale in via d’estinzione. E Harry Kane, nel ruolo di unico superstite, sembra più un monumento nazionale che un’opzione tattica. Ne scrive la Bbc. L’ultima squadra di Thomas Tuchel ha messo a nudo l’attuale carenza di centravanti inglesi, con Harry Kane come unico attaccante assoluto nel gruppo di 25 uomini.”
Inghilterra, un Paese che gioca senza centravanti
La giustificazione ufficiale è la solita: gli infortuni. “Ollie Watkins è stato tenuto a riposo… Solanke è fuori gioco… Delap è appena tornato.” Però il punto non cambia: la solitudine di Kane non è un incidente di percorso, è una struttura.“Vedere Kane come unico vero attaccante è un duro promemoria di quanto l’Inghilterra faccia affidamento sul trentaduenne come fulcro del proprio attacco.” Che poi Kane non è solo un centravanti: è un’istituzione,“76 gol in 110 presenze”, e in Bundesliga continua a segnare per dimostrare che sì, lui c’è ancora, ma intorno si fa buio. La Premier, laboratorio calcistico globale, si scopre improvvisamente sterile: “solo otto attaccanti inglesi sono apparsi in questa stagione” e l’unico sotto i 26 anni è proprio Delap, che però vive di spezzoni.
L’Under 21 non è da meno con gli attaccanti
Si è presentata agli Europei senza un attaccante di prestigio” e oggi ha solo Mubama, che di prestigioso per ora ha soprattutto il cognome. La domanda, allora, cade pesante come una palla buttata lunga: “Dove sono finiti tutti i numeri nove inglesi e perché il Paese non produce più attaccanti tradizionali?” Una volta i bomber inglesi sbucavano come i funghi. Oggi, i dati sono un noir sportivo: “solo Welbeck e Callum Wilson hanno segnato più di un gol in Premier League”. La scorsa stagione? “Solo tre attaccanti inglesi hanno superato quota 10 reti, il numero più basso di sempre.” E il paragone storico è impietoso: “20 attaccanti inglesi raggiunsero la doppia cifra nel 1992-93.” Quest’anno, invece, si viaggia verso “un totale di soli 38 gol”: più che un reparto offensivo, un ecosistema fragile.
Chris Sutton, che appartiene a un’epoca in cui i centravanti erano una fauna abbondante, lo spiega con naturalezza: “Abbiamo Kane, ma poi?… Se ora sei un centravanti inglese e riesci a calciare la palla dritto, hai buone possibilità di andare ai Mondiali.” “Ho voglia di spolverarmi gli scarpini.”
Alan Shearer, il centravanti dei centravanti, l’uomo che ha fatto dell’area di rigore un regno, parte da un punto semplice: “Nessuno vuole più giocare centravanti… è molto raro che ti tocchi la palla.” E in un calcio che vuole tocchi corti, costruzione dal basso e mezzali creative, la figura del numero nove sembra antiquata come una cabina telefonica. Persino Michael Owen ammette: “Credo che oggi sarei un esterno… non ho la statura per reggere i difensori.” È un’ammissione che vale più di mille statistiche: il mestiere dell’attaccante non è più un mestiere, è quasi un’eccezione.











