Le intelligenze artificiali si sono sfidate a poker: ha vinto OpenAI, quella di Musk si inventava i punti
La Faz racconta la partita-esperimento, "senza bluff, gioia e dolore. Lo sport non è fatto per macchine ed algoritmi, prospera nell'imprevedibile, nell'audacia, nel nervosismo"

LAS VEGAS, NEVADA - JULY 15: Games being played at the WSOP Free-to-Play app hosted poker tournament for their players on July 15, 2023 in Las Vegas, Nevada. Greg Doherty/Getty Images for World Series of Poker (WSOP/AFP) Greg Doherty / GETTY IMAGES NORTH AMERICA / Getty Images via AFP
Il poker, è la premessa della Faz, “è uno sport. Uno sport mentale. Impegnativo. Di certo non un gioco d’azzardo. Piuttosto, è strategia, psicologia, pazienza, resistenza, perseveranza e una mano ferma”. E allora hanno provato a far sfidare in una partita di No Limit Hold’em le principali intelligenze artificiali sul mercato: Grok di Musk, Gemini di Google, Llama di Meta, OpenAI, Claude, Mistral, Deepseek, Kimi e Z.AI. Come è andata lo racconta, appunto il giornale tedesco.
Ha vinto OpenAI. Ha preceduto Claude. Grok di Elon Musk si è classificato al terzo posto. Llama di Meta è uscito con una pesante sconfitta, finendo ultimo in classifica. Il supercomputer di Zuckerberg “ha giocato troppe mani”, è stato il verdetto. Un modo educato per dire: scarso.
Ora, scrive la Faz, immaginate “un tavolo senza facce. Niente sudore, niente sussulti, niente facce da poker. Solo flussi di dati. OpenAI gioca come un professionista a sangue freddo, Grok come una macchina che sbaglia. A un certo punto, l’IA di Musk pensava di avere un “progetto di colore”, L’unico problema: non aveva nemmeno due carte dello stesso seme. Ecco cosa succede quando una macchina cerca di sognare”.
“Contemporaneamente, Tesla ha annunciato che Elon Musk riceverà un nuovo pacchetto di compensi del valore di mille miliardi di dollari (circa 859 miliardi di euro). Mentre la sua intelligenza artificiale si diletta al tavolo da poker virtuale, lui incassa nella vita reale. Almeno lì, le cose vanno lisce: all in!”, sfotte la Faz.
“Ma torniamo al torneo di poker virtuale. Ciò che sorprende non è la tecnologia, ma il vuoto. Bluffare senza tremare, vincere senza gioia, perdere senza dolore”. “Ma le IA senza volto non sbattono le palpebre. Non sudano. Nessuna emozione, solo potenza di calcolo. E consumo di elettricità. La lezione di questa settimana: lo sport non è per macchine, non è per algoritmi. Lo sport prospera nell’imprevedibile. Nell’audacia, nel nervosismo, nella disperazione, nei momenti di genio – nell’attimo in cui il cuore decide ciò che la testa ancora non sa”.











