La McLaren è nel panico, com’è possibile che abbiano sbagliato tutto il possibile a Las Vegas? (Guardian)

In McLaren erano consapevoli di quanto fossero vicini al limite. Eppure tutte gli altri team sono riusciti a rimanere nei parametri, perché loro no?

McLaren Piastri

McLaren's Australian driver Oscar Piastri steers his car during the Formula One Azerbaijan Grand Prix at the Baku City Circuit in Baku on September 15, 2024. (Photo by Andrej ISAKOVIC / AFP)

La McLaren è nel panico, com’è possibile che abbiano sbagliato tutto il possibile a Las Vegas? (Guardian)

Un errore tecnico può cambiare un’intera stagione in Formula Uno, ma raramente lo fa con l’impatto devastante visto a Las Vegas. La squalifica di Lando Norris e Oscar Piastri ha scosso la McLaren e riaperto un Mondiale che sembrava quasi archiviato. La squadra di Woking ora deve spiegare come sia potuta inciampare proprio nel momento più delicato. E, soprattutto, deve ricostruire la fiducia dei suoi piloti. L’analisi del Guardian.

Errore di calcolo della McLaren gravissimo

L’errore di calcolo della McLaren che ha portato alla squalifica di Lando Norris e Oscar Piastri dal Gran Premio di Las Vegas di domenica non sarebbe potuto essere più catastrofico né più inopportuno. Un inciampo tecnico che ha rimesso in gioco Max Verstappen, gettando ombre pesanti sulla gestione del team nel momento in cui serviva la massima precisione. Come abbiano potuto sbagliarsi proprio quando volevano chiudere il campionato piloti, richiederà non poche spiegazioni.

Norris e Piastri, rispettivamente secondo e quarto dopo la vittoria di Max Verstappen in Nevada, avevano ottenuto risultati abbastanza solidi finché la Fia (Federazione internazionale automobilismo) non ha scoperto che i pattini delle loro vetture erano usurati oltre il limite di 9 mm. Una violazione netta del regolamento che ha ribaltato la classifica: in un colpo solo, Verstappen è tornato in lizza, insieme a Piastri, a 24 punti da Norris.

Ci sono due gare da disputare e 58 punti in palio

Il Guardian ricorda che ci sono ancora due gare e una sprint da disputare, con 58 punti in palio. Ed è proprio questo margine sottile che trasforma ogni dettaglio in un rischio potenziale. Norris ha ancora le carte in regola, ma un singolo scivolone, un errore, un contatto indesiderato, un guasto meccanico o anche un’altra infrazione tecnica e Verstappen potrebbe ritrovarsi con il fiato sul collo in un finale di stagione tutto o niente ad Abu Dhabi.

Anche la McLaren ha riconosciuto la gravità della situazione, pur sottolineando alcuni fattori esterni. Come sostenuto dalla McLaren, c’erano delle circostanze attenuanti, sebbene nulla potesse modificare la decisione. Il lavoro sull’altezza da terra è sempre un equilibrio delicato: superficie della pista, velocità, assenza di dati, condizioni variabili. Questo processo di apprendimento continua nel corso del weekend fino a quando il set-up non viene finalizzato prima delle qualifiche.

A Las Vegas, però, i segnali erano negativi fin da subito. Durante la seconda sessione di prove libere, si è perso tempo prezioso a causa di due soste e le consuete simulazioni di gara non sono state completate, e l’ultima sessione di prove libere si è svolta sul bagnato, impedendo ogni riferimento utile. Da qui l’azzardo, poi pagato caro.

In vista della gara, il team ha dovuto anche affrontare inaspettatamente il problema del rimbalzo e del cedimento del fondo della vettura… Tutto ciò ha portato a un’usura eccessiva e a una doppia squalifica.

Il fatto più sorprendente, però, è che in McLaren erano consapevoli di quanto fossero vicini al limite. Lo conferma il team radio finale: verso la fine della gara, a Norris fu chiesto di adottare un approccio di guida lift-and-coast… lo scopo era quello di ridurre al minimo l’usura del pattino. Il pilota inglese stesso, nella nota diffusa dal team, ha ammesso che “problemi alla nostra vettura… hanno portato alla nostra squalifica”.

Da qui la domanda centrale: come ha potuto la McLaren sbagliare quando tutti gli altri team hanno mantenuto i parametri regolari? Tutto ciò solleva interrogativi imbarazzanti sul perché la McLaren abbia sbagliato quando nessun altro team nelle stesse circostanze ha sbagliato. E il tempismo è stato il peggiore possibile.

Resta un Mondiale apertissimo. Norris può ancora chiudere la gara. E Doha diventa adesso una prova di maturità tecnica e mentale. Ma quanto lui e la sua squadra si sentano al sicuro dopo questo clamoroso errore di Las Vegas, è un’altra questione.

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