Il business della maratona, per correrle ci vuole il portafogli: domenica c’è quella di New York (Il Domani)

La maratona è diventata un ecosistema. Spopolano i coach. C'è un mercato turistico specializzato: tour operator che acquistano pettorali e li rivendono in pacchetti completi che superano i 4mila dollari

Rebecca Cheptegei atlete

(FILES) (From L to R) Kenya's Rosemary Wanjiru, Israel's Lonah Chemtai Salpeter, Uganda's Rebecca Cheptegei and Kenya's Selly Chepyego Kaptich compete in the women's marathon final during the World Athletics Championships in Budapest on August 26, 2023. A Ugandan marathoner who competed at the Paris Olympics is in intensive care after being set on fire alledgedly by her partner in Kenya, officials said on September 3, 2024, the latest horrific incident of gender-based violence in the East African country. Long-distance runner Rebecca Cheptegei, 33, was assaulted after her Kenyan partner Dickson Ndiema Marangach reportedly snuck into her home in western Trans-Nzoia county on September 1, 2024 at around 2:00 pm while she and her children were at church, police said. (Photo by Ferenc ISZA / AFP)

«Una maratona si corre 30 chilometri con le gambe, 10 con la testa, 2 con il cuore e 195 metri con le lacrime agli occhi» scrive Il Domani. Vero, ma oggi incompleto: per correre una maratona serve anche un portafoglio pieno. Soprattutto se si punta a una delle World Marathon Majors, le sette regine del calendario mondiale – New York, Boston, Londra, Berlino, Tokyo, Chicago e, da quest’anno, Sydney. Correre, un tempo, era l’emblema della libertà. Oggi è anche un mercato: pettorali che finiscono in poche ore, estrazioni a sorte e tour operator che propongono pacchetti da migliaia di dollari. Il numero crescente di appassionati ha alimentato un business parallelo che non si ferma più, tra iscrizioni, viaggi e prodotti tecnologici. Ne scrive Il Domani 

La lotteria per un posto a Londra e New York

Oltre 1,1 milioni di persone hanno partecipato all’estrazione per la Maratona di Londra del 2026, quasi il doppio rispetto a coloro che si erano candidati per correre la maratona nel 2024 (578.374). Gli organizzatori hanno confermato che meno del 2 per cento ha ottenuto un pettorale per la gara del 2025, portata a termine da 56.640 persone.

A New York, la corsa più iconica del mondo, le cifre fanno ancora più impressione: più di 200.000 domande per partecipare, con un aumento del 71 per cento rispetto al 2019. Il marchio New York City Marathon vale circa 292 milioni di dollari, mentre l’impatto economico complessivo della manifestazione si aggira intorno ai 700 milioni, di cui 287 milioni solo tra alloggi e ristorazione.

In pratica, ottenere il pettorale è già una vittoria. Siamo di fronte a un fenomeno molto simile a quello dei concerti: l’apertura delle iscrizioni viene pubblicizzata creando grande attesa, file virtuali già ore prima dell’orario prestabilito e carte di credito pronte all’uso. Per l’edizione 2025, i posti a disposizione sono finiti in soli quattro giorni.

Il mercato parallelo della maratona

La maratona è diventata un ecosistema. Spopolano i coach che ti preparano alla gara: ti seguono online, con gli orologi e con una tecnologia che si è evoluta a ciclo continuo. Crescono le associazioni sportive e gli influencer sportivi che propongono la scarpa migliore per il tuo piede, la maglia per la temperatura, l’antivento e l’antipioggia, le creme defaticanti e riscaldanti.

In parallelo si è sviluppato un mercato turistico specializzato: tour operator che acquistano pettorali e li rivendono in pacchetti completi. I costi possono superare i 4.000 dollari, ben lontani dai 200-300 dollari delle normali iscrizioni. Eppure la richiesta non cala: correre una maratona all’estero è diventato anche uno status symbol, un’esperienza da raccontare, condividere e immortalare.

Correre come un professionista

Il trattamento, spesso, è paragonabile a quello di un atleta d’élite. Dall’hotel vicino alla partenza ai tour del percorso, fino all’assistenza personalizzata pre-gara, i pacchetti promettono di farti sentire parte dello spettacolo. Resta però un dettaglio che nessun servizio potrà sostituire: la fatica.

«Se vuoi correre un miglio, corri un miglio. Se vuoi vivere un’altra vita, corri una maratona», diceva Emil Zátopek, la leggendaria “locomotiva” cecoslovacco capace di vincere tre ori olimpici in un’unica edizione. E forse aveva ragione: oggi la maratona non è solo una gara, ma una piccola vita da vivere — tra sudore, emozioni, e un conto salato da pagare.

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