Di Gregorio non è un portiere da Juve, la squadra trema ad ogni attacco (Damascelli)

Sul Giornale: "Alla Juventus si sente proprio la mancanza di un n°1 che sappia comandare e parare. Di Gregorio non è cavallo di razza". E la Gazzetta ricorda anche i problemi in attacco: "David e Openda a digiuno da oltre 1.000 minuti"

Di Gregorio gol Juve

Db Torino 16/09/2025 - Champions League / Juventus-Borussia Dortmund / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Michele Di Gregorio

Dopo un inizio di percorso frizzante, la nuova Juve targata Luciano Spalletti ha inanellato tre pareggi consecutivi (1-1 con lo Sporting in Champions; 0-0 e 1-1 con Torino e Fiorentina in campionato) confermando parte delle problematiche palesatesi durante la gestione di Igor Tudor. Le incertezze difensive, ad esempio, ma anche la sterilità del reparto offensivo.

Juve: Di Gregorio, David ed Openda nel mirino della critica

Del primo tema ne parla Il Giornale con Tony Damascelli, il quale si sofferma sulla figura del portiere.

“Alla Juventus si sente proprio la mancanza di un n°1 che sappia comandare e parare, la storia bianconera annovera grandissimi interpreti del ruolo, fra questi due campioni del mondo, l’attuale Di Gregorio non è cavallo di razza, modesto passato, incerto futuro, la squadra, già intossicata di suo, trema ad ogni attacco, addirittura quello della Fiorentina. Domani la trasferta norvegese, sotto la neve di Bodo, su un campo sintetico, potrebbe aprire la crisi ufficiale”.

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Sulle difficoltà dell’attacco, invece, ecco cosa scriveva Gazzetta qualche giorno fa riguardo il digiuno di Openda e David:

“Jonathan David e Lois Openda nella gara contro i viola hanno avuto appena sei minuti a testa a disposizione. «Li ho fatti entrare tardi, è vero», ha ammesso, chissà quanto veramente convinto, Spalletti dopo la gara. Il canadese, arrivato con il soprannome di “Iceman” per la freddezza sotto porta, dopo il debutto a segno contro il Parma non è più riuscito a ripetersi: vero che a Torino ha avuto appena 7 occasioni da titolare su 16 partite, ma il suo digiuno, tra club e nazionale, ha già sfondato quota mille minuti (1.021, l’ultima gioia a inizio settembre con il Canada). Ormai infinita, invece, l’astinenza del belga ex Lipsia, che non festeggia una rete dal lontanissimo 11 aprile, quando ancora vestiva la maglia della squadra della Red Bull: sette mesi e mezzo e 1.032 minuti a secco. Se a questo si aggiunge che Yildiz e Conceiçao (5 gol in totale) hanno trovato la via della rete solo con conclusioni da fuori o su rigore e che ultimamente il turco sembra in deficit fisico, il quadro è completo: per l’attacco della Juve suona fortissimo l’allarme rosso”.

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