Conte: «Entrare nella testa e nel cuore dei calciatori è compito mio. Se il cuore c’è, perché a volte non c’è»
In conferenza: «Morti non ne voglio accompagnare, o ci mettiamo il cuore oppure sono il primo a prendermi delle responsabilità. Ciascuno sta pensando al proprio orticello per questo voglio parlarne col club»

Mg Reggio Emilia 23/08/2025 - campionato di calcio serie A / Sassuolo-Napoli / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Antonio Conte
L’allenatore del Napoli Antonio Conte ha parlato in conferenza stampa dopo la sconfitta contro il Bologna
La conferenza di Conte
Cosa manca?
«Non posso non essere preoccupato perché cinque sconfitte da inizio anno sono troppe e soprattutto per una squadra che è stata etichettata come quella che doveva ammazzare il campionato. Quello su cui dobbiamo riflettere è che quando perdi non è mai un caso, significa che c’è qualcosa di reiterato che ho cercato di affrontare venti giorni fa cercando di trasferire il mio pensiero ai più vecchi.
Voglio fare i complimenti al Bologna per l’energia per l’entusiasmo e per il cuore che ci hanno messo, ci hanno battuto su tutto. Noi dobbiamo pensare a cercare di affrontare seriamente alcune situazioni e cercare di risolverle se si riesce. Alcune situazioni erano state affrontate col gruppo storico 20 giorni fa, preoccupazioni che continuo a manifestare perché nel calcio il compitino e preparare la partita non basta. Ci vuole passione e cuore, cosa che ha messo il Bologna.
Mi dispiace dover tirare fuori scheletri del passato, il decimo posto dopo aver vinto lo scudetto, però dobbiamo veramente riflettere. Parlerò anche con il club che però già sapeva cosa stavo percependo. Non c’è la voglia di combattere tutti insieme che c’era l’anno scorso. Sono cose che non so se riusciremo a cambiarle. Quando si parla di campo è un discorso, ma quando vedi altre cose significa che non sto facendo un buon lavoro perché non sto entrando nelle teste dei calciatori ed è giusto che anche il club lo sappia. Non c’è da accompagnare un morto, io morti non ne voglio accompagnare: se abbiamo voglia tutti insieme, bene. Altrimenti sono il primo a prendermi delle responsabilità. Siamo ancora in tempo per cambiare il trend. Ci sono delle volte in cui posso proteggerli, ma adesso non posso. Non posso proteggere me che sono il primo. Quando subentrano delle dinamiche extra calcistiche, è più difficile. Quando vai nella testa del calciatore sono cavoli amari e io non sto facendo un buon lavoro».
Sul Bologna
«Ho detto complimenti al Bologna proprio per lo spirito e l’energia che c’era tra tutti. È un’ottima squadra guidata da un bravissimo allenatore. Oggi ci sono stati superiori sotto tutti i punti di vista, soprattuto sul cuore».
Quali sono le dinamiche extra calcistiche?
«Parlo di cuore, passione, entusiasmo. Un aspetto che viene sottovalutato che è quello che ci ha portato a vincere l’anno scorso. Quest’anno stiamo facendo molta molta fatica perché non siamo squadra. E questo dispiace. Mi prendo io tutta la responsabilità perché io sono a capo. Non che le cose non si fanno, ma come si fanno. Ciascuno sta pensando al proprio orticello per questo voglio parlarne col club. Entrare nella testa dei calciatori è compito mio, se c’è cuore, perché a volte non c’è»











