Atp Finals sorteggi, Sinner evita Djokovic e Fritz. Potrebbe esserci il derby con Musetti
Se Musetti riuscisse a qualificarsi, finirebbe nel gruppo di Sinner. Zverev e Shelton gli altri due avversari.

NEW YORK, NEW YORK - SEPTEMBER 07: Jannik Sinner of Italy reacts against Carlos Alcaraz of Spain during their Men's Singles Final match on Day Fifteen of the 2025 US Open at USTA Billie Jean King National Tennis Center on September 07, 2025 in New York City. Maddie Meyer/Getty Images/AFP (Photo by Maddie Meyer / GETTY IMAGES NORTH AMERICA / Getty Images via AFP)
Sono stati svelati i gironi delle Atp Finals di Torino, che si terranno dal 9 al 16 novembre. Jannik Sinner e Carlos Alcaraz sono certamente i più attesi e fanno parte di due gruppi diversi, dunque potrebbero incontrarsi in semifinale o in finale.
I sorteggi delle Atp Finals per i gruppi guidati da Sinner e Alcaraz
Sinner fa parte del gruppo Bjorn Borg, e dovrà affrontare: Alexander Zverev, Ben Shelton e uno tra Auger Aliassime o Musetti.
Nel gruppo di Carlos Alcaraz, il Jimmy Connors, lo spagnolo si ritroverà contro: Novak Djokovic, Taylor Fritz e Alex De Minaur.
L’altoatesino: «Nella nostra vita di tennisti c’è ossessione, in un anno esci cinque volte la sera»
Jannik, bentornato per il quarto anno su Sky Sport per questa chiacchierata che precede l’Atp Finals. Siamo nel Centro Oncologico di Candiolo e mi ricordo in un tuo discorso, dopo aver vinto un trofeo, questa cosa: “Qui ci rendiamo conto di essere un po’ più piccoli e quali sono le cose che poi contano davvero” hai detto.
«Sì, ecco. Per me è la terza volta che entro qua dentro, è molto emozionante perché comunque ti rendi conto di cosa sia più importante. Per tutti noi, per la vita giornaliera che abbiamo. Noi come atleti ci rendiamo conto, purtroppo, solo di quando vinci e perdi. Ma appena hai un problema anche piccolo di natura fisica, capisci che vuoi essere solo sano. È un posto molto speciale per fare questa intervista, sono molto contento di essere qui, davanti a gente molto, molto più importante di noi, tennisti o atleti, che siamo bravi in quello che facciamo. Io sono bravo in quello che faccio io, posso dire (applausi dalla platea, ndr). Però, ecco, diciamo, conta tutt’altro».
Il tasso del divertimento è ancora alto.
«Sì. Poi è normale che quando raggiungi certi obiettivi c’è un piccolo calo: non possiamo stare per un anno intero sempre al top. A me è successo un pochettino dopo Wimbledon, quando ho comunque sempre giocato bene: ho giocato la finale a Cincinnati, poi Us Open, ma sentivo che non avevo questa forza di spingere. C’erano altri giocatori motivati. Ora ho un obiettivo davanti e lo voglio raggiungere di nuovo, così come è successo nelle scorse due o tre settimane. Ho giocato molto bene, mi sono sempre allenato bene, ho avuto energia. È molto difficile essere stabili mentalmente sempre, l’importante è che il calo non porti troppo giù, quasi sottoterra, ma che si mantenga a un livello alto. E credo che per il momento io sia abbastanza bravo a gestirlo (altri applausi, ndr)».











