Ventura: «Dopo la mancata qualificazione mi sono presentato in conferenza stampa da solo, ci fu un fuggi fuggi generale»

A Televomero ricorda quand'era il commissario tecnico della Nazionale che non si qualificò per il Mondiale del 2018: «La Figc era molto più debole»

ventura

Db Torino 06/10/2017 - qualificazione Mondiali Russia 2018 / Italia-Macedonia / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Giampiero Ventura

Gian Piero Ventura a Televomero torna a parlare di quel maledetto Italia-Svezia, quand’era il commissario tecnico della Nazionale che non si qualificò per il Mondiale del 2018, il primo dei due saltati dagli azzurri.

Le parole di Ventura

«Il mio rammarico è su Svezia-Italia in trasferta, subimmo un tiro in 180’ e sbagliammo diverse occasioni. Nella partita di ritorno l’ambiente era particolarmente negativo, ci voleva un pizzico di fortuna in quel contesto. La Nazionale del 2018 era una squadra vecchissima che andava rifondata. Ricordo che l’Italia nel 2010 è uscita con la Slovacchia, nel 2014 con il Costa Rica».

Ventura fa anche un paragone tra i suoi tempi e la Nazionale attuale: «La Federazione attuale è molto più forte della Federazione di prima. Ora si enfatizza il fatto di andare ai playoff, prima non era così. Nel momento che la Federazione è debole, tutti possono colpire. Io ricordo che dopo la mancata qualificazione, mi sono presentato in conferenza stampa da solo, perché ci fu un fuggi fuggi generale. Difficile dire se quest’Italia andrà al Mondiale, Gattuso ha portato senso di appartenenza ed entusiasmo, aiutato anche dalla presenza di Buffon e Bonucci. Hanno giocato obiettivamente contro nessuno, se parliamo di calcio seriamente. Bisogna vedere cosa capiterà nei playoff. Oggi c’è più consapevolezza nella loro preparazione. Mi auguro con tutte le forze che l’Italia possa andare al Mondiale, Gattuso mi piace, è ruspante. La cosa che mi lascia perplesso è che l’Italia prima ci andava al Mondiale per vincerlo, oggi spera di andare».

Leggi anche: Ventura: «Il Napoli vincerà lo scudetto? Un anno fa ero convinto di sì, ora non so: giocare ogni tre giorni ti consuma»

Il problema, per Ventura, è anche l’assenza di talenti per la Nazionale nel nostro calcio: «Noi non siamo stati capaci di sovvertire che non ci sono più oratori, la strada, dove si giocava quattro ore al giorno tutti i giorni. Oggi c’è la scuola calcio. Nel 2006 l’Italia ha vinto un Mondiale con Del Piero, Inzaghi in panchina. C’era un’infornata di campioni assoluta. Con il passare degli anni è calata la qualità. Conceiçao alla Juventus anni fa avrebbe inciso lo 0,10%, oggi è importante perché salta l’uomo. Chi ha vissuto il calcio tecnico, dei Ronaldinho e dei Kakà, sa che ti trasmettevano emozione. Una volta si giocava sulla strada, dribblavi anche le pietre, imparavi anche a cadere. Prima per strada si giocava cinque ore al giorno, oggi si fanno quattro ore a settimana».

Correlate