Sarri: «Probabilmente potremo fare mercato a gennaio. Restare? Non l’avrei fatto per nessun’altra squadra»

In conferenza: «Avrei abbandonato subito. Qui ho avuto forti remore a farlo. Questa forza non mi sta lasciando, nonostante tutte le bestemmie che sto tirando».

Dc Roma 31/08/2025 - campionato di calcio serie A / Lazio-Hellas Verona / foto Domenico Cippitelli/Image Sport nella foto: Maurizio Sarri

Domani alle 18 la Lazio affronterà l’Atalanta in campionato. La conferenza stampa di Maurizio Sarri.

La conferenza di Sarri

Che peso specifico ha la partita di domani vista la partenza in campionato? Quanto è diversa l’Atalanta di Juric da quella di Gasperini?

«La Lazio attuale è una Lazio dipendente dai giocatori a disposizione, sia per le scelte che per il modulo. A Genova avevamo 7 assenze, col Torino 8. È una situazione difficile, specialmente per una squadra che ha vissuto la nostra estate. Noi sappiamo quale sarà il nostro campionato, sarà un campionato di difficoltà e sofferenze, dovremo essere umili nel modo di pensare così come tutto l’ambiente. L’Atalanta è molto simile a quella di Gasperini, ci sono differenze minime. A grandi linee è molto simile.»

Come stanno gli infortunati? Dia, Zaccagni e Marusic sono a disposizione?

«Sono tutte situazioni al limite, si sono allenati con noi solo oggi e non sappiamo che tipo di minutaggio possono avere. Sono stati allenamenti poco indicativi dal punto di vista fisico, qualcuno dovrà giocare per forza e altri saranno a disposizione. Abbiamo fatto un’analisi sugli infortuni, alcuni sono pregressi. Dia è da tre anni che ha problemi alla caviglia. Alcuni infortuni muscolari sono legati in specifiche aree del corpo, sono situazioni diverse e non è facile dare spiegazioni. Zaccagni viene da un’estate difficile dove si è operato, è una situazione complicata.»

Ha avuto indicazioni dalla società riguardo al mercato di gennaio?

«Ho parlato solo col direttore, mi ha detto che molto probabilmente potremo fare mercato ma non abbiamo un’indicazione ufficiale a riguardo.»

Come ha ritrovato Cataldi? Quali saranno i principi per vincere domani?

«Posso richiedere una parte delle qualità che si sono viste tre anni fa, quella squadra lì a livello di qualità tecnica aveva qualcosa in più. Questa forse ha più fisicità, ma se ricordiamo i giocatori persi durante gli anni erano giocatori di altissimo livello. È chiaro che parlo di umiltà perché la nostra situazione era difficile all’inizio e sta diventando ancor più difficile. Quando trovi una squadra come l’Atalanta la sofferenza e la fatica diventano qualità fondamentali, ma non bisogna mai confonderla con l’accettazione della sconfitta. Affrontiamo sulla carta una squadra molto più forte di noi, ma dal punto di vista tattico meno punti di riferimento diamo e meglio è. Cataldi è un giocatore affidabile, riesce a dare quello che ti aspetti nel 90% delle partite che gioca. Anche nell’anno del secondo posto ebbe un impatto importante, non mi sorprende».

E’ triste?

«Non sono triste, sono contento. Abbiamo giocato un derby di ottimo li vello, abbiamo vinto bene a Genova, abbiamo rimesso apposto la gara contro il Torino. La squadra in allenamento è in crescita, speriamo che basti ciò che la squadra può dare.»

Cancellieri può giocare più avanti?

«Ha iniziato a giocare sfruttando le sue qualità, fa parte della sua evoluzione come giocatore e persona. Deve muovere la palla velocemente e attaccare gli spazi, se si intestardisce in azioni individuali si perde. Isaksen per noi in partenza è un giocatore importantissimo, poi tutti e due si trovano bene a destra e uno deve giocare a sinistra.»

Come sta Dele-Bashiru? Come ha ritrovato Isaksen?

Sarri:«Dele è ancora sotto la supervisione dello staff medico, ha un controllo finale la prossima settimana. Da lì a venire almeno in parte con noi dovrà passare qualche giorno, la gestione adesso è completamente medica. Isaksen ha fatto due spezzoni in nazionale, è tornato con valori che non ci piacevano e lo abbiamo tenuto a carico di lavoro molto basso. È stato bene, è tornato molto sollevato dal punto di vista del morale e stamani ha fatto allenamento di buon livello. Dopo tanto tempo sta tornando anche come qualità, lo vedo molto più reattivo ed esplosivo. Ha avuto una malattia subdola, fino a inizio anni 2000 con quella malattia stavi fermo 6-7 mesi. Mi sembra che sia già positivo l’averlo recuperato dopo tre mesi.»

Restare con la Lazio:

Sarri:«Quello che ho fatto non l’avrei fatto per nessun’altra squadra, avrei abbandonato subito per tutti gli altri. Qui ho avuto forti remore a farlo. Questa forza non mi sta lasciando, nonostante tutte le bestemmie che sto tirando. Ho sempre la ferma convinzione di voler far crescere questo gruppo».

Gli infortuni sono colpa dei campi?

«Il fatto che un giocatore possa avere un problema muscolare perché ha fatto il ritiro qui mi sembra poco probabili. Con i campi abbiamo avuto un problema per circa dieci giorni, ora sono pronti, sono due campi di buon livello. In quei dieci giorni qualcosa può aver inciso ma è stato un problema momentaneo. Alcuni erano diventati difficilmente praticabili. Sono state comunque difficoltà momentanee che succedono a tante squadre. È difficile fare un’attenta valutazione con conferme certe, gli infortuni sono un mischio di vecchi acciacchi e distretti muscolari diversi».

Come sta Castellanos?

«È ancora palesemente sotto i medici, si parla di un infortunio di 4/5 settimane minimo.»

Sta pensando di far giocare più alto a centrocampo Nuno Tavares?

«Non credo possa giocare in mezzo al campo, nella gestione della palla da fermo non è di altissimo livello. Giocando più alto forse perderebbe l’accelerazione e la percussione palla al piede che fa partendo da lontano. Si deve ritrovare dal punto di vista della fiducia di sé stesso, più a livello mentale che altro. Ha qualità enormi, deve solo tirarle fuori.»

C’è un giocatore in particolare che la sta sorprendendo?

Sarri: «Con questi ragazzi il percorso è lungo, abbiamo in squadra tanti che giocano per istinto, la mia capacità di incidere così diventa poca soprattutto nel breve periodo. Io prediligo un calcio di ordine, ragionato, faccio fatica a farli crescere così, perché per caratteristiche mentali sono così. Io vedo un’evoluzione nel modo di porsi, la disponibilità e l’applicazione in allenamento è crescente. Sono convinto che qualcuno crescerà in maniera forte. Ora sto facendo fatica a farli giocare come voglio io, se continuano con questa applicazione dell’ultimo mese si andrà dove voglio io».

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