«No alla Serie A a 18 squadre, perderemmo il 20% degli eventi»: sì, De Siervo sa contare
Altro che si gioca troppo, la Serie A resta a venti squadre. Il dibattito si trascina da anni, inutilmente. Per l'Ad della Serie A è anche, dice, una questione di concorrenza con le coppe

Db Milano 11/01/2023 - presentazione introduzione fuorigioco semiautomatico S.A.O.T / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Luigi De Siervo
Almeno stavolta l’hanno detto – più o meno – chiaramente: inutile continuare a parlare del ritorno ad una Serie A a 18 squadre, non si farà mai. Perché, “si perderebbe circa il 20% di eventi sportivi”. Ebbene sì: Luigi De Siervo sa contare. Ma è un dato così banale che usarlo come argomentazione, dopo anni di inutile dibattito sulla faccenda, pare un po’ ridicolo.
Poi ovviamente l’ad della Serie A fa il suo mestiere, ovvero cercare di portare soldi in Lega. E spiega a margine dell’Assemblea di Lega: “Per le tre grandi leghe, quella inglese, spagnola e italiana, l’idea di restare a 20 squadre in questo momento ci convince. Perché nel momento in cui si calasse a 18, si perderebbe circa il 20% di eventi sportivi, oltre a una forma di rappresentatività anche legata a grandi città e grandi territori, andando più rapidamente nella logica della compressione dei valori e degli interessi dei campionati nazionali rispetto a queste grandi competizioni europee”.
Com’era la storia che si giocava troppo?
“Abbiamo avuto il merito e la fortuna negli ultimi anni di consentire a squadre italiane di arrivare in fondo alle competizioni europee e non è detto che questo succeda sempre. Pensate se tutta l’aspettativa dei nostri tifosi fosse riposta solo sulle coppe europee dove per anni, come sapete, non abbiamo ottenuto i risultati meritati e sperati”.