Napoli, servivano uomini, non figurine, per uscire dal fango. E uomini, stasera, se ne sono visti
Vedi il Napoli e poi impari: una squadra rimaneggiata, scamazzata, imbruttita, che riesce a rifilarle tre – che potevano essere quattro, cinque – alla più forte d’Italia

Ni Napoli 25/10/2025 - campionato di calcio serie A / Napoli-Inter / foto Nicola Ianuale/Image Sport nella foto: Denzel Dumfries-Alessandro Buongiorno
Napoli, servivano uomini, non figurine, per uscire dal fango. E uomini, stasera, se ne sono visti
Il Napoli è Napoli.
E Napoli risorge sempre,
specie dopo le fucilate dal Rubicone in su.
In campo, la classifica del pallone d’oro pesa come un macigno,
ma stavolta non basta la carta patinata per scrivere la storia.
McTom oscura il mediatico Lautaro —
quello che si fa ricordare più per i gialli non dati
che per i gol segnati —
e si candida a Tale e Quale Show,
perché il suo “Ballo del qua qua” merita la prima serata.
Sacrificio e passione:
il testo dell’inno declinato in brasiliano,
Juan e David che ci mettono anima e calli,
che corrono anche quando il fiato finisce,
che non sanno cosa sia la resa.
Servono uomini,
non figurine,
per uscire dal fango.
E uomini, stasera, se ne sono visti.
Rigore netto, sì,
ma diventerà l’alibi dei talk di provincia,
quelli che accoglieranno i tifosi
in rientro dalla Pasquetta al Maradona.
Vedi il Napoli e poi impari:
una squadra rimaneggiata,
scamazzata,
imbruttita,
che riesce a rifilarle tre –
che potevano essere quattro, cinque –
alla più forte d’Italia,
alla finalista di Champions (seppure sparring partner).
Il due a zero è un capolavoro.
Leonardo inventa, perché chi se no?
McTom torna glaciale,
e infila un gol che sembra dipinto a olio.
Neres fa ballare Acerbi,
Buongiorno regala una chance ai nerazzurri,
rigore netto e gol.
Sembrava potesse riaprirsi.
E invece no.
Dumfries e Conte litigano col vento,
i milanesi perdono l’inerzia,
e Lautaro, l’impunito,
provoca tutti ma resta in campo –
chissà per quale grazia.
Giusto il tempo di rimetterci a posto,
che Zambo,
uno di quelli veri,
prende palla, siede mezza difesa
e di sinistro infila Sommer.
Tre a uno.
Fine della discussione.
La squadra campione d’Italia
si riprende la scena,
la dignità, e pure la musica.
E quando entra Pio Esposito,
giovane di belle speranze,
senti che la storia continua.
Forte, puro, come i sogni di chi crede ancora nel gioco.
Tanto forte che gioca sempre Bonny.
E allora sì,
forse la vita è proprio questo:
una partita storta che a volte giri con un gesto,
un rigore che ti pesa addosso come un giudizio,
una città che ti fischia e poi ti canta.
Napoli non vince soltanto.
Napoli resiste.
Senza Lukaku, Rrahamani, Hojlund,
Lobotka, Meret ed ora Kevin,
è primo in classifica.
Salutate la Capolista











