Liverpool o City, in Premier gli ingaggi dipendono anche dal Centro Sportivo (Athletic)
Il centro sportivo del City a Carrington dispone di tecnologia all’avanguardia, camere ad alta quota, piscine di recupero e perfino simulatori F1 e barberia per i giocatori.

Dall'account X del Manchester United
Harvard come Carrington, il Mit di Boston come il Kirkby Training Centre. Uno studente universitario della top class americana ed il marketing pubblicitario per le Università americane vale come e quanto la qualità dell’istruzione offerta, del percorso di studi ipotizzato. E così, tra brochure e video lo studente decide quale università scegliere per il proprio futuro. Non molto tempo fa, i club di Premier League firmavano contratti con i giocatori prima ancora che visitassero il centro sportivo. Nel 2002, il manager del Bolton Wanderers Sam Allardyce portò Jay-Jay Okocha al moderno Reebok Stadium anziché agli impianti fatiscenti del club per convincerlo a trasferirsi dal Paris Saint-Germain. Okocha ricorda: “Non avevo fatto ricerche. Non avevamo neppure spogliatoi, ci cambiavamo in una cabina portatile!”. Oggi tutto è cambiato in Premier. The Athletic ne parla nel suo reportage.
In Premier la scelta del centro sportivo come quella dell’Università
“I centri sportivi sono diventati un metro di valutazione fondamentale, specialmente per attrarre nuovi giocatori, che spesso ricevono video-tour delle strutture con musiche suggestive, preparati dallo staff del club prima del loro arrivo. Un esempio recente è Florian Wirtz, che ha scelto di trasferirsi al Liverpool dopo aver visitato il Kirkby Training Centre (Liverpool), lasciando un’impressione duratura. Allo stesso modo, il portiere belga Senne Lammens ha citato il centro del Manchester United a Carrington come uno dei motivi della sua scelta: “L’avevo già vista online, ma dal vivo è un’altra cosa. È il meglio del meglio. Ovunque cose nuove.” Giovani giocatori, in particolare, sono sempre più influenzati dai centri sportivi quando decidono dove andare. Visitarli significa partecipare ad un “open day universitario”, con club che si sfidano per mostrare le migliori strutture”.
Negli anni 90 le squadre di Premier si allenavano nei parchi
“Negli anni ’90, con l’avvento della scienza dello sport, i centri inglesi erano spesso fatiscenti, con club come Wimbledon e Crystal Palace che si allenavano in parchi pubblici. Anche il vecchio Melwood del Liverpool confinava con abitazioni suburbane, con tifosi che curiosavano durante gli allenamenti. La decisione del Manchester United di trasferirsi da The Cliff a Carrington segnò l’inizio di una tendenza verso strutture più professionali e riservate. Le visite negli Stati Uniti, con centri sportivi di fama mondiale, hanno ispirato i club inglesi, prendendo spunto da Nfl, Nba e college di football americano. Gli investimenti servono anche a mantenere competitivi i giocatori: Carrington ora dispone di tecnologia all’avanguardia, camere ad alta quota, piscine di recupero e perfino simulatori F1 e barberia per i giocatori”.
La Premier investe in aree semi rurali
“Nonostante alcune criticità, come la mancanza di spazio per le squadre giovanili, il focus è sulla prima squadra. Liverpool e Manchester City hanno stabilito standard elevati, con strutture all’avanguardia anche per le accademie. Liverpool, ad esempio, ha il Kirkby Training Centre con tre campi, piscina, idroterapia e un coffee shop amato dai giocatori, contribuendo al successo nella stagione 2024-25. Altri club, tra cui Arsenal, Chelsea, Tottenham, Aston Villa, Leicester, Bournemouth, Nottingham Forest e Newcastle, hanno aggiornato o costruito nuovi centri, investendo cifre importanti che però non incidono sulle regole di profitto e sostenibilità della Premier League.
I centri sportivi sono anche più rapidi da costruire rispetto agli stadi, permettendo interventi su brownfield o aree semi-rurali. Allo stesso modo, la FA ha investito in St George’s Park per aggiornare i propri centri di allenamento, includendo nuove aree di recupero, campi padel, simulazioni golf e spazi sociali. Il concetto di “flow” guida il design delle strutture, permettendo ai giocatori di muoversi senza interruzioni tra le aree. Il design dei centri coinvolge dettagli fino alla mensa, con spazi connessi e flussi ottimizzati, come sottolinea Amanda Cook di Design Tonic: “Gli spazi devono sentirsi collegati e nell’ordine giusto. Usiamo pavimenti intelligenti e grafica per guidare senza guidare”.
Frasi motivazionali e scaffali vuoti per “il prossimo trofeo”
“I club assegnano anche priorità al posizionamento dello staff chiave per accogliere i giocatori, e ogni dettaglio mira a far sentire gli atleti a casa: da camere con illuminazione automatica alla replicazione di letti e divani per postura corretta, fino a hotel interni in alcuni centri. Motivazione e mentalità sono diventate fondamentali, con citazioni motivazionali sui muri e scaffali vuoti riservati ai futuri successi, come a Carrington. “È motivante per i giocatori creare la propria storia” conclude un direttore tecnic”o.