La Juve non si sta comportando da Juve, sta dimenticando il suo Dna (Sky)
Caressa a Sky si domanda come sia possibile che una società come la Juventus abbia preso la decisione dell'esonero senza avere un sostituto

Mg Milano 19/05/2024 - campionato di calcio serie A / Inter-Lazio / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Igor Tudor
Igor Tudor non è più l’allenatore della Juventus. La decisione è arrivata questa mattina e il mondo Juventus è stato scosso dalla bomba. Mentre si lavora e si cerca di capire chi prenderà in mano i bianconeri per il resto della stagione, a Sky Sport si discute su chi lo ha comunicati a Tudor?
Francesco Cosatti in collegamento spiega:
«La sensazione e le indicazioni, finita la partita contro la Lazio, erano che gli si potesse concedere ancora la partita contro l’Udinese. Poi c’è stata questa accelerata e qualsiasi decisione che parte in questo momento in casa Juve è una decisione che parte da Elkann e quindi è una sua convinzione. Questa mattina Tudor è arrivato alla Continassa, è stato convocato da Comolli che gli ha riferito la decisione che era stata presa, cioè l’esonero. Contemporaneamente veniva avvisato Brambilla che è arrivato in tarda mattinata. Un’accelerata c’è stata nella notte e si è voluto cambiare subito per dare una scossa. È altrettanto vero che c’è stata un’accelerata ma senza avere un allenatore già pronto»
Elkann sta cambiando tanto, spiega Caressa
«È vero, però John Elkann non è solo il capo della Juventus e quindi è normale che si affidi e deleghi a delle persone di cui ha fiducia. C’è un gruppo di lavoro che deve risolvere le situazioni. L’anno scorso c’era stata la famosa lettera che dava pieni poteri a Giuntoli, poi questi obiettivi non erano stati raggiunti e la proprietà ha mandato via Giuntoli. C’era stato un cambio che era un cambio di prospettiva passando da Giuntoli a Comolli che è un professionista di prospettiva senza esperienza di livello italiano. È giusto il cambiamento per restare al passo con i tempi, ma nei gruppi di lavoro che funzionano si arriva al successo se due elementi rimangono molto vicini, uno resistere al cambiamento, il secondo è il Dna. Tu non puoi dimenticare le tue radici, sei la Juventus, hai una storia di oltre 100 anni, hai voluto dire qualcosa nell’impianto sportivo di questo Paese, è lecito che voglia cambiare ma non puoi dimenticare di essere la Juventus. Non puoi smettere di essere la Juventus e diventare un’altra cosa per costruire. Devi continuare a essere la Juventus e aggiungere qualcosa per fare meglio. Invece mi sembra che questo concetto di juventinità non si riesca più a trasmettere neanche alla squadra. Se la Juventus il giorno dopo la partita col Madrid fa trapelare che dei passi in avanti erano stati fatti, non va bene. La Juve non può essere contenta di aver perso bene».











