Julio Sergio racconta della malattia e della morte del figlio: «Mi diceva “devi pensare a mamma e a mia sorella”»,

Al Corsera: «Ho vissuto le ultime settimane al suo fianco. Un giorno ha chiamato me e sua mamma per parlarci. ‘Sono stanco, ho bisogno di riposare'»

Julio Sergio

Gc Genova 20/02/2011 - campionato di calcio serie A / Genoa-Roma / foto Giuseppe Celeste/Image Sport nella foto: Julio Sergio

Julio Sergio, ex portiere di Roma e Lecce, ha raccontato in un’intervista al Corriere della Sera, la tragedia della morte del figlio Enzo a 15 anni.

Julio Sergio e il dramma del figlio Enzo

«Aveva spesso mal di testa. A questo si erano aggiunti dei problemi di equilibrio. Dopo molte visite e nessuna risposta, una pediatra ci aveva consigliato di fare una tomografia. Ricordo bene quel giorno. L’esame era iniziato alle 5 di pomeriggio. Alle 8 di mattina del giorno successivo era già in sala operatoria per il suo primo intervento alla testa».

Al ragazzo venne diagnosticato un medulloblastoma che lo ha portato alla morte: «Ho vissuto le ultime settimane al suo fianco. Un giorno ha chiamato me e sua mamma per parlarci. ‘Sono stanco, ho bisogno di riposare’. Era stanco, debole. La malattia si era aggravata. Se n’è andato per un’infiammazione ai polmoni durante l’ultima radioterapia. Il sistema immunitario non rispondeva più».

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«Il venerdì era stato indotto in coma farmacologico. Sapevamo che non si sarebbe più risvegliato. Aveva ancora battito, ma non sarebbe tornato da noi. La domenica se n’è andato. Da papà avrei voluto che restasse ancora con noi, ma lasciarlo andare era la cosa migliore per lui, era la sua volontà».

Un lungo calvario per un ragazzo di soli 15 anni che non ha mai smesso di essere lucido «Devi pensare a mamma e a mia sorella», e di lottare.

«Non ha mai pianto, nonostante da anni non avesse una vita normale. Aveva smesso di svilupparsi fisicamente, non aveva più i capelli dietro alla testa. È stato capace di crearsi il suo mondo, di trovare una sua forza interiore. E pensava sempre agli altri».

Il sogno di incontrare Neymar

«Guardava tutte le partite del Santos e, quando possibile, della Roma. Aveva detto alla mamma che avrebbe voluto fare dei corsi da allenatore per venire a lavorare con me. Prima di andarsene mi ha chiesto di incontrare Neymar. Per fortuna siamo riusciti a organizzare la visita».

Il messaggio di Enzo Bertagnoli

Julio Sergio, quando vive momenti difficili, parla ancora con suo figlio e cerca aiuto. Quella di Enzo è stata una lezione importante da trasferire anche agli altri:

«Mi ha insegnato il valore delle cose, il senso della vita. Nella frenesia della nostra quotidianità ci dimentichiamo di ciò che conta: l’amore, le persone al nostro fianco, fare del bene agli altri. Enzo mi ha aiutato a capire questo. È venuto per portare un messaggio: la vita non va sprecata, ma va vissuta. Senza l’oggi non c’è il domani. Bisogna vivere il presente».

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