Highlander Djokovic, l’esperto: «Caso unico, Nole è un unicorno se paragonato ad altri tennisti»
Smith, esperto nella prevenzione e riabilitazione degli infortuni sportivi, a Tennis 365: «La longevità è una testimonianza della sua genetica, del suo straordinario livello di professionalità e dell’investimento fatto sul proprio corpo e sulla propria carriera»

Serbia's Novak Djokovic reacts after winning a game during his men's singles round of sixteen match against Argentina's Francisco Cerundolo on Court Philippe-Chatrier on day nine of the French Open tennis tournament at the Roland Garros Complex in Paris on June 3, 2024. (Photo by Emmanuel Dunand / AFP)
A 38 anni suonati, e con una bacheca stracolma di trofei, Novak Djokovic continua ad ottenere risultati migliori rispetto a tennisti molto più giovani di lui. La sua straordinaria tenuta fisica ha toccato picchi altissimi la scorsa settimana a Shanghai, in Cina, dove Nole è riuscito a spingersi fino in semifinale nonostante le condizioni climatiche estreme (forte caldo e umidità compresa tra l’80 e il 90%).
In tanti non riescono a spiegarsi come il serbo faccia a mantenere una condizione sempre di ottimo livello nonostante l’avanzare dell’età. A fare chiarezza ci ha provato Stephen Smith, esperto nella prevenzione e riabilitazione degli infortuni sportivi, durante un’intervista concessa ai microfoni di Tennis365.
Djokovic, un caso più unico che raro
«È una testimonianza della sua genetica, del suo straordinario livello di professionalità e dell’investimento che ha fatto sul proprio corpo e sulla propria carriera», ha esordito Smith. «Se lo paragoniamo ad altri atleti della stessa età e dello stesso sport, sottoposti a identiche esigenze fisiche e mentali, direi che Djokovic è un unicorno, senza dubbio. Un caso unico», ci ha tenuto a sottolineare.
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Per la verità, negli ultimi tempi Djokovic qualche problemino l’ha accusato, ma niente di grave. «È probabile che tutti questi episodi siano sintomi di un naturale processo di logoramento», ha spiegato l’esperto. «Per gran parte della sua carriera, Djokovic è stato incredibilmente sano, ma ora ha dovuto affrontare quattro o cinque infortuni di fila. Spesso, dopo un periodo di stop, la riduzione dei carichi di allenamento rende difficile tornare subito al livello precedente, e questo può innescare una sorta di effetto domino di nuovi problemi fisici».
La tenuta dell’ex numero uno al mondo resta comunque straordinaria, come raccontano i risultati e se rapportata a quella di altri giocatori. E ciò è possibile solo grazie ad un perfetto bilanciamento di tutte le componenti che caratterizzano la vita di un’atleta. «Le partite oggi sono più veloci, più potenti, più fisiche. Se non si riesce a mantenere una costanza di allenamento a quel livello, il rischio di infortuni aumenta. Anche un eccesso di riposo e recupero può avere effetti negativi. Bisogna fornire al corpo lo stimolo giusto per restare sano senza arrivare al sovraccarico. Né troppo, né troppo poco», ha concluso Smith. Si vede che Nole deve aver trovato la giusta ricetta.